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Si afferma la dipendenza da botulino?
Inserito il 24 gennaio 2007 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Lo stress da bassa autostima porta a interventi estetici anche non necessari, che possono trasformarsi in dipendenza psicologica

Dall’Inghilterra una nuova moda: l’antirughe al botulino nella pausa pranzo.
Sviluppatasi sia grazie all’abbassamento il prezzo (una fiala di Botex costa circa 100 euro), sia per via della diffusione elevata presso i centri specializzati, ormai è una tendenza più che consolidata. Il Botox, la forma commerciale del botulino, viene utilizzato sia da uomini che da donne, e viene usato per levigare le piccole rughe, o per gonfiare un po’ le labbra.
A prima vista potrebbe sembrare l’ennesima “moda estetica” passeggera, come la dieta di sole banane, e ci si potrebbe attendere che finisca nel nulla in breve tempo.
Ma le cose potrebbero non essere così semplici: il botulino da’ dipendenza. Non fisica, certo, ma psicologica. Il Botox ha un effetto sulle rughe che dura circa sei mesi, ma quattro persone su dieci tra quelle che si autoiniettano il Botox affermano di non riuscire a resistere fino alla fine del trattamento. Hanno un bisogno impellente di ripeterlo, e non è infrequente un richiamo a dose ridotta dopo soli 3 mesi.
La domanda a questo punto è: “Da cosa dipende questo stimolo a ripetere un trattamento inutile”?
Sicuramente chi si sottopone ad un intervento estetico, per quanto non intrusivo, lo fa perché ha un’immagine di se’ “desiderata” differente da quella “reale”. In altri termini, non è come vorrebbe essere, e questo provoca un aumento dello stress e dell’insoddisfazione, unita ad una insicurezza generale e un timore del giudizio di chi le sta intorno. La possibilità di rendersi simili al prototipo mediante una spesa contenuta e una estrema facilità di applicazione del prodotto, porta la persona ad avere un calo dei sentimenti negativi, ma contemporaneamente una paura che le rughe possano tornare.
Si ha quindi un calo dello stress legato alla “brutta immagine”, ma un aumento di quello legato al ritorno della situazione precedente, e il secondo stress è legato strettamente alla ripetizione inutile del trattamento.
Una “fuga dalla realtà”, insomma, che non può conoscere soste… nella speranza che il botulino non si riveli tossico nella lunga distanza.

E’ da sottolineare, comunque, che altri precedenti lavori hanno associato il rischio di suicidio a comportamenti indicativi di basso apprezzamento di se’ (e del proprio fisico): il piercing (Journal of Adolescent Health 2004 34: 224-229), la mammoplastica estetica additiva (Epidemiology 2006; 17(2):162-69)

Guido Zamperini
Fonte: http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2006/09/17/nbotox17.xml

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