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Utilizzo del tabacco negli adolescenti |
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Inserito il 05 febbraio 2007 da admin. - pediatria - segnala a:
Esiste un grande utilizzo di prodotti a base di tabacco diversi dalle sigarette, mentre la differenza fra maschi e femmine nel consumo di tabacco è piccola ed enorme è l'esposizione al fumo passivo e la propensione al fumo anche tra i non fumatori.
Questo lavoro riporta i risultati di un'ampia indagine denominata GYTS (Global Youth Tobacco Survey). Si tratta di un progetto promosso dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal CDC statunitense e dal corrispondente organo canadese, che si è posto l’obiettivo di valutare nei ragazzi tra i 13 e i 15 anni il consumo di sigarette e di altri prodotti a base di tabacco, la propensione al fumo tra i non fumatori e l’esposizione al fumo passivo domestico e nei luoghi pubblici. Lo survey è stata realizzata in 395 sedi di 131 paesi (di cui 26 in Europa, quasi tutti paesi dell’area Balcanica e Caucasica) grazie ad un questionario anonimo somministrato a scuola. Tra il 1999 e il 2005 circa 750.000 studenti provenienti da 10.000 scuole hanno completato il GYTS. Il 17,3% degli studenti ha dichiarato di fumare o usare altri prodotti a base di tabacco (chewing gum, sigari e sigarilli, pipe, tabacco da naso, ecc). I maschi sono risultati essere maggiori consumatori rispetto alle femmine nelle regioni del mediterraneo orientale, del sud est asiatico e del pacifico orientale. Il 9% degli studenti è risultato essere fumatore abituale (soprattutto in America ed Europa); l’11% usa abitualmente prodotti a base di tabacco diversi dalle sigarette. Tra i non fumatori, il 18% ha dichiarato di essere propenso a cominciare a fumare nell’anno successivo alla compilazione del questionario. Il 44% degli studenti ha dichiarato di essere stato esposto a fumo passivo nella propria abitazione nella settimana precedente la compilazione del questionario (78% in Europa). Il 54% era stato esposto al fumo passivo nei luoghi pubblici (84% in Europa). I non fumatori risultavano meno esposti al fumo passivo, anche se circa il 30% segnalava l’esposizione in ambiente domestico e il 40% in luoghi pubblici. Nelle loro conclusioni gli autori sottolineano che l’uso del tabacco è il maggior responsabile nel mondo di morte per malattia cronica. I dati di questa survey suggeriscono che le previsioni di 10 milioni di morti per anno dal 2020 legate al tabacco sono ottimistiche. I dati su cui riflettere sono il grande utilizzo di prodotti a base di tabacco diversi dalle sigarette, la piccola differenza fra maschi e femmine nel consumo di tabacco (a differenza di quello che avviene nelle età successive), l’enorme esposizione al fumo passivo e la propensione al fumo anche tra i non fumatori. Vengono perciò invocati sforzi urgenti per sviluppare campagne nazionali di prevenzione e controllo del consumo di tabacco.
Fonte: Lancet 2006;367:749-53.
Contenuto gentilmente concesso da: Associazione Culturale Pediatri (ACP) - Centro per la Salute del Bambino/ONLUS CSB - Servizio di Epidemiologia, Direzione Scientifica, IRCCS Burlo Garofolo, Trieste; tratto da: Newsletter pediatrica. Bollettino bimestrale- Febbraio - Marzo 2006, Vol. 4 pag 41-42.
Commento
Lo studio presenta alcuni limiti: sono stati arruolati solo ragazzi che frequentavano la scuola; il questionario era autosomministrato; la generalizzabilità dei risultati alla nostra realtà è limitata dal fatto che per la Regione Europea hanno partecipato alla survey solo paesi dell’area Balcanica e Caucasica (ad esempio l’Italia non risulta tra i partecipanti). Si tratta comunque di un lavoro molto importante, che conferma come il consumo del tabacco fra i giovanissimi sia un problema di rilevanza mondiale e con un impatto notevolissimo sulla salute. Alcuni dati italiani sul fenomeno sono stati riportati nell’edizione 2005 del Rapporto sulla salute del bambino in Italia, che potete scaricare dal sito http://www.acp.it/allegati/RAPPOR10.pdf . Nel nostro paese si è assistito negli ultimi anni ad un anticipo dell’età di iniziazione al fumo di tabacco dai 18-20 ai 14-17 anni e, con inizio dalla metà degli anni ‘90, si è registrato un aumento dell’abitudine al fumo tra i ragazzi: nel 1999 circa il 25% degli studenti di scuola superiore ammette di essere fumatore abituale mentre solo il 36% riferisce di non fumare. Quindi una situazione preoccupante anche nel nostro paese. Le limitazioni date dalla legislazione italiana appena introdotta vanno nella direzione giusta per la riduzione del fumo passivo nei locali pubblici, mentre le campagne di educazione sanitaria non sembrano essere altrettanto efficaci, nonostante gli sforzi profusi.
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