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Ennesimo flop di farmaco anti-obesità
Inserito il 04 maggio 2007 da admin. - metabolismo - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Delude uno studio su un nuovo farmaco antiobesità antagonista del neuropeptide stimolante la fame.


Ancora una volta un promettente farmaco anti-obesità, efficace in ambito sperimentale animale, ha fallito la prova sull'uomo e sarà accantonato, come ha annunciato l'azienda farmaceutica che stava sperimentando il farmaco.
Il farmaco, conosciuto con la sigla MK-0557, era stato progettato come antagonista del neuropeptide Y ( fattore stimolante la fame), neuropeptide che era stato considerato a lungo come potenziale target di intervento nella cura dell'obesità. La speranza di aver finalmente trovato l'anoressizzante ideale era avvalorata dai risultati ottenuti su cavie di laboratorio in cui la somministrazione del farmaco aveva prodotto consistenti riduzioni di peso.
Lo studio ha quindi testato l'ipotesi che il blocco del NPY5R conducesse a perdita di peso anche nell'uomo con l'utilizzo di MK-0577, potente antagonista selettivo. L'ipotesi è stata testata in 1661 pazienti in sovrappeso e obesi arruolati in uno studio multicentrico, randomizzato in doppio cieco, trattati con il farmaco vs placebo per 52 settimane. Sebbene il farmaco abbia efficacia statisticamente significativa vs placebo nel ridurre il peso, la riduzione ( 3,3 kg vs 1,8 kg) non è clinicamente significativa come, a malincuore, hanno dichiarato gli autori stessi.
Lo studio chiude definitivamente ricerche durate 10 anni.

Fonte:
Ngozi Erondu Neuropeptide Y5 receptor antagonism does not induce clinically meaningful weight loss in overweight and obese adults. Cell Metabolism 2006 Oct; 4: 260-262



Commento di Marco Grassi

La delusione è stata grande, tanto da far ammettere ai ricercatori stessi che l'attività del farmaco, pur statisticamente significativa, non avrebbe alcuna rilevanza clinica. " La perdita di peso è stata di circa 1,5 kg. superiore nei trattati rispetto al placebo ma questo risultato non è commercialmente spendibile per l'azienda " ha ammesso il direttore esecutivo del reparto ricerca. Rammarico accresciuto dal fatto che sono stati gettati al vento dieci anni di ricerche e relativi ingenti sforzi finanziari. Questo fallimento ne segue altri nel campo dei farmaci anti-obesità e se non altro l'azienda ha saggiamente deciso di non proseguire la via della commercializzazione del farmaco, risparmiando ( e risparmiandoci) l'ennesima costosissima campagna pubblicitaria di lancio. Nonostante questa serie ormai lunga di fallimenti le aziende farmaceutiche persistono con pervicacia nella ricerca del farmaco-panacea in grado di risolvere il problema obesità.
Il risultato del trial dimostra che il recettore NPY5R, sebbene correlato alla assunzione di cibo, non sembra giocare un ruolo chiave nel regolare la fame. E' verosimile che l'assunzione di cibo sia regolata attraverso l'attivazione/inibizione di più vie biochimiche, se un sistema è bloccato altri stimoli biochimici inducono il senso di fame. Sebbene qualche raro caso di obesità possa avvalersi dell'uso di farmaci come complemento di un piano complessivo di più misure, la speranza che i farmaci ci possano risparmiare la fatica di controllare il peso con misure non farmacologiche come le modifiche di stile di vita è decisamente malposta.
Le cause dell'epidemia della obesità sono largamente note e modificabili, solo che lo si voglia. Il fallimento dell'ennesimo farmaco anti-obesità potrebbe forse incoraggiare a focalizzare meno l'attenzione sui farmaci in grado di bloccare recettori cerebrali e ad utilizzare maggiormente il nostro cervello per bloccare tutte quelle attività che incoraggiano l'assunzione incontrollata di cibo.
E' infatti verosimile che la notevole efficacia del farmaco nei topi di laboratorio sia dovuta anche al fatto che i topi non guardano la televisione e non fanno spesa negli ipermercati.

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