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La Medicina Generale svolge un ruolo di valore Costituzionale
Inserito il 30 aprile 2007 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La Medicina Generale Territoriale va rivalutata nel suo giusto valore di "protezione della persona".

Il recente referendum costituzionale ha ribadito a stragrande maggioranza che gli italiani si riconoscono ancora nella costituzione del 1946. Purtroppo molti di noi non conoscono i contenuti della costituzione.

L’articolo 32 della costituzione recita:la repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.


Dalla lettura di questo articolo risalta subito la definizione della tutela della salute del singolo cittadino e come questa sia un bene non solo del singolo, ma dell’intera comunità. La salute del singolo come bene di tutta la collettività comporta, conseguentemente, che ogni singolo cittadino nei riguardi della propria salute deve comportarsi secondo i dettami dell’articolo due della costituzione che evidenzia i diritti, ma anche “ i doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale”.

La parte finale dell’articolo garantiva “cure gratuite agli indigenti”. La 833/78, che istituiva il servizio sanitario nazionale, andava ben oltre a quanto auspicato dalla costituzione (scritta,ricordiamo, in tempi difficilissimi dal punto di vista economico, ma ricchissimi dal punto di vista di solidarietà umana) ed estendeva a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni politiche e sociali, la tutela della salute.
Non entriamo in merito alla applicazione che è stata fatta di questa normativa da parte della classe politica, che era chiamata a gestire le risorse e che, spesso, le ha gestite per finalità diverse da quelle del bene della comunità.
Nonostante tutte le difficoltà il principio generale della costituzione ripreso nella 833 è stato salvaguardato ed attualmente l’Italia è ai primi posti al mondo come aspettativa di vita, sopravanzando ampiamente gli Stati Uniti.
Il presente ed il futuro del servizio sanitario nazionale appaiono oggi assai critici: spese altissime, sforamenti di budget, diminuzione dei posto letto, tutte problematiche ben note.

In queste condizioni alcune considerazioni derivanti dalla lettura della costituzione si impongono soprattutto sulle conseguenze economiche che la corretta applicazione dei principi costituzionali comporterebbe.

I “doveri inderogabili della solidarietà politica,economica e sociale” citati dall’articolo 2 della costituzione comportano la presa di coscienza da parte di ogni singolo individuo che tutelare la propria salute è un obbligo verso la comunità.

Rispettare le campagne vaccinali pubbliche, sottoporsi a controlli annuali presso il proprio medico, osservare norme dietetiche ed igieniche corrette comporterebbe risparmi enormi sulle spese correnti del servizio sanitario nazionale. Una recente indagine promossa dall’università di Bologna ha calcolato che se tutti si sottoponessero a controllo annuale della pressione arteriosa e fossero trattati farmacologicamente tutti quelli che risultassero al di sopra dei valori soglia avremmo un risparmio di oltre tre milioni di casi di ictus, infarti e scompensi cardiaci l’anno, con risparmio sulle spese nell’ordine di svariati miliardi di euro. Se a questo aggiungiamo la prevenzione del diabete di tipo 2, del cancro colon retto, cancro mammario e prostatico, rispetto delle campagne vaccinali antinfluenzali la quota del risparmio aumenterebbe ancora.
I medici di medicina generale sono in prima linea in questa attività con gli oltre due milioni e mezzo di accessi giornalieri a livello nazionale (fonti FIMG). Il contatto quotidiano dei medici di medicina generale con i propri pazienti permette loro di svolgere un'azione di formazione e di prevenzione che non è immaginabile poter svolgere senza grosse organizzazioni ed aumento delle spese da parte di altre istituzioni. La sensibilizzazione dei cittadini sul rispetto delle norme di prevenzione e di cura potrebbe avere un risultato sorprendente se si coinvolgessero i medici di medicina generale in campagne di formazione dei cittadini e venisse riconosciuta la posizione centrale da loro ricoperta nel servizio sanitario nazionale. Il principio del rispetto dei diritti, ma anche dei doveri dei cittadini porterebbe una maggiore sensibilizzazione alla cura della propria salute. Che questa esigenza venga avvertita anche dal ministro in carica lo si può dedurre dalle disposizioni che vengono emanate in questi giorni su rimborso delle spese sostenute in caso di cittadini inadempienti che non hanno ritirato le analisi effettuate presso gli ambulatori pubblici. La rivoluzione che si deve attuare nel SSN è proprio quella della coscienza del valore di questo bene comune, nel richiamo ai valori ispiratori che sono stati alla base dell’istituzione del servizio sanitario nazionale quali i principi di diritto alla salute sanciti dalla nostra costituzione e collegati ai principi di doveri inderogabili di solidarietà politica,economica,sociale.

Dr Giovanni Peliti - Roma

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