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Antiacidi aumentano rischio di polmoniti e gastroenteriti nei bambini con MRGE |
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Inserito il 01 agosto 2007 da admin. - pediatria - segnala a:
Il trattamento con antiH2 o PPI rispetto al gruppo di controllo si è associato con un’aumentata frequenza di gastroenteriti e polmoniti in bambini con malattia da reflusso gastroesofageo.
Uno studio prospettico osservazionale ha confrontato la frequenza di gastroenteriti e polmoniti in un gruppo di bambini trattati con antiH2 o inibitori della pompa protonica (ranitidina o omeprazolo) per reflusso gastro-esofageo (RGE) rispetto ad un gruppo di controllo (bambini sani senza trattamento). Lo studio è stato realizzato in Italia in 4 centri di riferimento gastroenterologico. La diagnosi di RGE era clinica e confortata da phmetria e da gastroscopia con biopsia. Sono stati esclusi i bambini già in trattamento, quelli con infezione da Helicobacter pylori, quelli con malattie croniche o neuromuscolari, gli allergici e gli immunodepressi. I bambini venivano valutati nei 4 mesi precedenti l’avvio del trattamento e nei quattro successivi. Sono stati complessivamente arruolati 220 soggetti con una successiva perdita al follow up del 15% (19 casi nel gruppo in trattamento e 15 in quello di controllo). Sono stati quindi studiati 186 pazienti (91 in trattamento e 95 controlli). L’età dei bambini era compresa tra 4 e 36 mesi. Durante i 4 mesi di follow up dopo l’avvio del trattamento, è stata messa in evidenza nel gruppo dei trattati rispetto al gruppo di controllo un’aumentata frequenza di gastroenteriti (in media 43 vs 19, p=0,01) e polmoniti (in media 11 vs 2, p=0,03). Inoltre, per il solo gruppo dei trattati, è stato evidenziato un significativo aumento di infezioni nel periodo di follow up rispetto a quello che aveva preceduto l’assunzione del farmaco. I risultati sono stati confermati anche all’analisi multivariata. Nel gruppo dei trattati non ci sono state differenze nella frequenza di infezioni tra quelli che ricevevano ranitidina (n=47) e quelli che ricevevano omeprazolo (n=44). Gli autori ipotizzano che gli inibitori dell’acidità gastrica modifichino la microflora gastrointestinale e alterino la funzione quali/quantitativa del neutrofilo. Entrambi questi meccanismi giustificano un maggior rischio di infezioni nei bambini in trattamento. Si potrebbe aggiungere che questo è un motivo in più per non trattare in maniera non appropriata (come spesso viene fatto solo su base clinica) bambini con sospetto RGE.
Fonte: Pediatrics 2006;117:817-820.
Contenuto gentilmente concesso da: Associazione Culturale Pediatri (ACP) - Centro per la Salute del Bambino/ONLUS CSB - Servizio di Epidemiologia, Direzione Scientifica, IRCCS Burlo Garofolo, Trieste; tratto da: Newsletter pediatrica. Bollettino bimestrale- Aprile-Maggio 2006 -Gennaio 2006, Volume 4, pag. 56.
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