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Conflitto di interessi e congressi specialistici: l'argomento non è gradito
Inserito il 22 febbraio 2007 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Il conflitto di interessi diventa sempre più una criticità sulla quale è necessaria un'ampia riflessione della comunità scientifica.



Il titolo del dibattito pubblico di un gruppo di esperti puntava dritto al problema: " Conflitto di interessi". Ma i congressisisti del prossimo congresso della American Society of Hypertension che si terrà nella primavera del 2007 a Chicago non avranno modo di ascoltare ciò che gli esperti avevano da dire sui legami fra industria farmaceutica, società scientifiche e medici. L'ASH ha infatti eliminato la sessione adducendo la motivazione di "parzialità" e di "mancanza di standard per un equo bilanciamento e rigore scientifico" dell'argomento trattato.
Ora, la cancellazione dell'evento congressuale è essa stessa causa di conflitto, spingendo tre preminenti personalità, critiche nei confronti della industria farmaceutica, che erano state invitate a parlare al convegno, ad accusare la ASH di reprimere il dibattito.
" L'ASH si nasconde dietro un dito" ha chiosato Jerome Kassirer, già direttore del New England Journal of Medicine, che avrebbe dovuto essere fra i relatori.
Il panel di relatori avrebbe dovuto essere moderato da Jean E. Sealey, ex presidente della American Society of Hypertension. Sealey ammette che l'industria farmaceutica esercita eccessiva influenza sulle attività della società scientifica ( di cui è stata presidente n.d.a.) attraverso i suoi contributi finanziari diretti e attraverso il pagamento di onorari, compensi per relazioni scientifiche, borse di studio e contratti di ricerca a singoli soci. Sealey sostiene che lo scopo della sua proposta " era quello di prevedere un contrappunto agli eventi sponsorizzati e alle molte relazioni di medici presenti al congresso a spese della industria farmaceutica. Infatti, al congresso precedente ben 100 dei 165 relatori resero noti legami con l'industria farmaceutica".
Ma l'attuale leadership della ASH non è stata dello stesso parere ed ha bocciato l'iniziativa dell'ex-presidente. Il gruppo dirigente, per giustificare la decisione, ha dichiarato di aver ricevuto parere negativo per lo svolgimento della sessione congressuale dal comitato per l'ECM che per spiegare la ragione della bocciatura ha addotto la motivazione che " un bilanciamento degli argomenti è richiesto dagli standard nazionali ( americani n.d.a.) per i programmi di formazione continua". Argomentazione prontamente rigettata da Kassirer che ha escluso vi siano regole dell'ECM che obblighino i relatori ad essere "imparziali". Alla replica di J. Kassirer l'ASH ha controreplicato che è implicito da parte della società aspettarsi "imparzialità" da parte dei relatori di un loro congresso.

Fonte: Boston Globe 27 dicembre 2006


Commento di Marco Grassi

La sostenibilità economica di un medio-grande congresso specialistico si regge prevalentemente sulle sponsorizzazioni dell'industria farmaceutica.
L'industria farmaceutica fornisce una alta percentuale delle spese sia per l'organizzazione ( affitto sala congresso, receptionist, servizio traduzione, pubblicazione atti, spese di pubblicità, servizio mailing, etc.) che, spesso, per la frequenza (viaggio, albergo, pasti, telefono, intrattenimenti, etc.) sia dei relatori che dei semplici partecipanti. Il ritorno di questi investimenti non è certo solo un ritorno di immagine. Accanto alle sponsorizzazioni, per così dire, istituzionali come il pagamento di cifre sostanziose per avere diritto ad esporre il logo aziendale sui badge, sul programma o sulle cartelle o il pagamento di affitti esosi per esigui spazi espositivi, vi sono anche sponsorizzazioni meno manifeste (se non occulte) che comportano risvolti etici particolari. Per esempio il fenomeno dei simposi satellite organizzati con il contributo scientifico ( ma soprattutto economico) di qualche azienda farmaceutica particolarmente interessata all'argomento, di fatto rappresentano una forma di sub-affitto dello spazio congressuale al servizio di interessi commerciali piuttosto che una forma di aggiornamento dei medici. Oltre alla pubblicità diretta ( cartellonistica, stand espositivi, distribuzione di gadget, etc.) verso i partecipanti ai congressi, gli sponsor sono interessati anche a ciò che possono ricavare, una volta terminato il congresso: sovraesposizione mediatica sulle riviste mediche dei loro prodotti e articoli più o meno compiacenti. Insomma si aspettano benevolenza da parte dei beneficiati. Non sorprende quindi che società scientifiche con preventivi di spesa miliardari per i loro congressi mettano in campo tutte le loro abilità imprenditoriali e di pubbliche relazioni anche a scapito, eventualmente, della qualità scientifica.
Naturalmente ogni società scientifica ha tutti i diritti ( anche legali) di stabilire quali argomenti trattare e quali relatori invitare a parlare ( e quali non invitare), tuttavia, nello specifico, le ragioni addotte dalla ASH per evitare la discussione pubblica su un argomento "scabroso" sono alquanto bizzarre: la mancanza di "obiettività" dei relatori. Jerome Kassirer, che assieme a Marcia Angell e Jerry Avorn avrebbe dovuto parlare al congresso sui conflitti di interesse, ha diretto per lungo tempo il New England Journal of Medicine ( come peraltro la Angell) e pare strano che la rivista con il più alto impact factor del mondo sia stata affidata per oltre un ventennio a due personaggi che oggi sono definiti "non attendibili". Davvero strano paese l'America!
Ma tant'è. Le critiche al ruolo dei legittimi interessi commerciali ( quelli illegittimi sono trattati nelle aule di tribunali) delle aziende farmaceutiche sono considerate sgradite in certi ambienti, in particolare in quelli dove si accettano, senza farsi troppe domande, importanti sostegni finanziari. Le società mediche dovrebbero tuttavia chiedersi che cosa stanno vendendo per ottenere questi lauti finanziamenti.

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