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Il medico può influire sulla compliance del paziente?
Inserito il 30 gennaio 2008 da admin. - scienze_varie - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Spesso i medici, quando prescrivono nuovi farmaci, omettono di fornire importanti informazioni ai pazienti su aspetti essenziali come le modalità di assunzione o i possibili effetti collaterali.


Gli autori di questo studio hanno analizzato come effettuavano le comunicazioni e la qualità delle informazioni fornite da 16 medici di famiglia, 18 internisti e 11 cardiologi. Gli incontri venivano videoregistarti su nastro e la qualità della cominicazione veniva confrontata con una lista di qualità (nome del farmaco, motivo della prescrizione, durata della terapia, dosi e frequenza delle assunzioni, possibili effetti avversi). Lo studio ha preso in considerazione 185 visite nelle quali vennero prescritti 243 nuovi farmaci. Il nome del farmaco veniva specificato nel 74% dei casi, lo scopo del trattamento nell'87%, per quanto doveva durare il trattamento nel 34% dei casi e i possibili effetti avversi nel 35%. La dose veniva indicata nel 55% dei casi e la frequenza delle somministrazioni nel 58%.
Gli autori concludono che spesso i medici non forniscono importanti elementi di conoscenza ai pazienti quando prescrivono nuovi farmaci e questo può portare ad un uso errato, a scarsa compliance e a maggiori eventi avversi.


Fonte:

Tarn DM, et al. Physician communication when prescribing new medications. Arch Intern Med September 25, 2006;166:1855-62.



Commento di Renato Rossi

Il problema della compliance del paziente alle terapie prescritte è noto e ampiamente descritto.
Può un medico che dà maggiori informazioni sui farmaci consigliati e permette una maggiore facilità di comunicazione con il paziente migliorare la compliance? Anche se questo studio non ce lo dice è ragionevole ritenere che la risposta sia positiva. I motivi per cui un paziente non ha una compliance adeguata possono essere molteplici, per esempio perchè non ha capito bene come deve usare i farmaci e per quanto tempo, oppure perchè teme la comparsa di effetti collaterali dopo aver letto il foglietto illustrativo, o ancora perchè non nota alcun miglioramento dei sintomi. Così se ad un paziente non viene fornita l'informazione che per vedere qualche risultato con un antidepressivo si devono attendere almeno 2-3 settimane è possibile che il trattamento venga sospeso dopo qualche giorno perchè ritenuto inefficace.Sembra che in molti casi i medici omettano informazioni essenziali come per esempio la durata della cura o i possibili effetti collaterali. Dobbiamo inoltre considerare che i medici partecipanti alla ricerca sapevano di essere videoregistrati quindi è probabile che nella pratica reale i comportamenti siano ancora meno brillanti. Insomma, un'occasione per tutti per fare un esame di coscienza e migliorare.







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