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Studio CONVINCE : Verapamil analogo ai beta-bloccanti e ai diuretici |
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Inserito il 29 agosto 2003 da admin. - cardiovascolare - segnala a:
Studio CONVINCE : il Verapamil COER e’ analogo ai beta-bloccanti e ai diuretici nel ridurre il rischio cardiovascolare
Lo studio CONVINCE ( Controlled Onset Verapamil Investigation of Cardiovascular End Points ) ha valutato se il trattamento antipertensivo iniziale con il calcioantagonista Verapamil COER (controlled-onset extended-release ) fosse equivalente al trattamento con il beta-bloccante Atenololo o al diuretico Idroclorotiazide nel prevenire la malattia cardiovascolare. Sono stati arruolati nello studio, condotto in 667 Centri in 15 Paesi , 16.602 pazienti ipertesi, con uno o più fattori di rischio per la malattia cardiovascolare. Dopo circa 3 anni di follow-up, la Società Farmaceutica sponsor dello studio lo ha interrotto prematuramente . I pazienti erano stati assegnati a ricevere 180 mg di Verapamil COER oppure 50 mg di Atenololo, oppure 12,5 mg di Idroclorotiazide. Se necessario i pazienti potevano ricevere altri farmaci tra cui: diuretici, beta bloccanti, o ACE inibitori. L’end-point primario era rappresentato dalla prima manifestazione di ictus, infarto miocardico o morte di natura cardiovascolare. La pressione, sia sistolica che diastolica, è stata ridotta di 13,6mmHg e 7,8 mmHg per i pazienti trattati con il Verapamil COER , e di 13,5 e 7,1 mmHg per i pazienti assegnati all’Atenololo o all’Idroclorotiazide. Sono stati osservati 364 eventi cardiovascolari nel gruppo Verapamil COER contro i 365 nel gruppo Atenololo o nel gruppo Idroclorotiazide ( HR: 1,02; p=0.77 ). L’hazard ratio per l’ictus fatale e non fatale è stato di 1,15 e 0,82 per l’infarto miocardico fatale o non fatale , e 1,09 per la morte di natura cardiovascolare. L’emorragia non ictale è risultata più comune tra i pazienti del gruppo Atenololo o Idroclorotiazide (n=79). La maggior parte degli eventi cardiovascolari si è presentata tra le 6 di mattina e mezzogiorno in tutti i gruppi. I dati dello studio CONVINCE indicano che l’efficacia della terapia con calcioantagonisti nel ridurre il rischio cardiovascolare nei pazienti ipertesi con uno o più fattori di rischio è simile, ma non superiore, al trattamento con beta-bloccanti.
JAMA 2003; 289: 2073-2082( Xagena 2003 )
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