La casa coniugale non spetta piu' di diritto alla moglie separata.
Malgrado le affermazioni di principio sulla parita’ dei sessi, permaneva finora un privilegio di fatto che consentiva alle ex mogli (senza figli) di evitare la divisione in parti uguali della proprietà immobiliare. Una sentenza della Corte di Cassazione che ha oggi mutato i criteri: non sarà più scontato che in caso di separazione tutto venga assegnato alla moglie, casa compresa. Lo ha reso noto l'associazione "figli negati" spiegando che "Tutte le sentenze precedenti che penalizzavano l'ex marito erano frutto di interpretazioni arbitrarie e discriminatorie da parte di una cultura a senso unico dei tribunali civili italiani a favore della ex moglie ed in danno dell'ex marito. In sostanza, in base a tale sentenza la casa familiare in comproprieta' e' soggetta alle normali regole sulla comunione, a cui si dovrà fare riferimento sia per l'utilizzo che per la divisione". La Suprema Corte ha rilevato che nessun articolo di legge prevede l'automatica assegnazione della casa ad uno dei due coniugi. L'associazione Figli Negati ha anche annunciato di voler elaborare una proposta di legge per regolare il matrimonio breve e senza figli (cd: minimatrimonio). "Ad oggi - spiega l'associazione - dopo pochi mesi di matrimonio, la ex moglie puo' ancora pretendere e ottenere un mantenimento per un lunghissimo periodo di tempo. Nella nuova proposta di legge le separazioni di coniugi senza figli, sposati per un periodo inferiore ai 10 anni, avranno un nuovo e piu' equo regime di mantenimento (marito verso ex moglie che non lavora) pari al periodo di durata del matrimonio".