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Farmaci fascia C: solo il principio attivo e non più il nome commerciale |
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Inserito il 02 novembre 2007 da admin. - professione - segnala a:
La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla Finanziaria che obbliga i medici ad indicare sulle prescrizioni dei farmaci di fascia C il principio attivo necessario alla cura, e non più la marca del farmaco.
L'emendamento è stato proposto da Roberto Manzione (Unione democratica) e dopo l'approvazione in Commissione Bilancio dovrà essere ratificato dall'aula.
Secondo Mazione la norma è "una prima discontinuità tra medici e le grandi case farmaceutiche e servirebbe a realizzare considerevoli risparmi per l'utente".
Farmindustria ha reagito duramente :
"l'oscuramento dei marchi produce minori investimenti nella ricerca".
Il presidente Sergio Dompè sostiene sul Sole 24 Ore che ci sarà guadagno zero per lo Stato e che si creeranno gravi disagi per i cittadini.
La Fimmg, federazione dei medici di famiglia, è contraria: inaccettabile, gli anziani si confonderanno; "è il medico a conoscere il paziente, non il farmacista".
L'emendamento prevede che il medico indichi il principio attivo, e che il farmacista illustri poi al cliente quali sono i diversi farmaci disponibili.
Entusiasta Silvio Garattini, presidente dell'Istituto Mario Negri di Milano: Si mettono in ombra i nomi roboanti dei medicinali, si aiutano il medico e il cittadino a una maggiore trasparenza; perché non farlo anche per i farmaci di fascia A?.
Fonte: Edott
Commento di Luca Puccetti
Ecco la "riparazione" per lo sgarbo fatto ai farmacisti con il decreto che ha favorito un enorme incremento delle vendite di farmaci spesso inutili, talora dannosi, a vantaggio dei supermercati.
Cosa potevamo aspettarci da chi ha un concetto mercantilistico delle professioni, condito da derive ideologiche da guerra fredda?
L'emendamento dimostra un' assoluta ignoranza delle problematiche e non produrrà alcun vantaggio per nessuno se non per i "DISPENSATORI" e per gli "INFIASCATORI".
Gli uni potranno vieppiù ottenere sconti tipo "paghi 2 prendi dieci", gli altri potranno continuare a produrre studi di bioequivalenza in Ucraina senza investire un euro in ricerca e studi clinici.
Tutto ciò senza nessun vantaggio per i pazienti, ma forse è solo tattica, forse trattasi solo del primo accenno, di un sondare il terreno in vista del ben più succoso allargamento dell'ukase ai farmaci di fascia A, così lo scempio totale sarà compiuto, con gran gioia dell'immarcescibile Solone.
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