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La sindrome di Munchausen per procura |
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Inserito il 17 ottobre 2008 da admin. - pediatria - segnala a:
Criteri per riconoscere e trattare la Sindrome di Munchausen per procura, ossia quella proiettata da un adulto su un bambino, che spesso cela maltrattamenti.
La condizione conosciuta come Sindome di Munchausen “per procura” (by proxy) include l’abuso fisico e la trascuratezza ed è anche una forma di maltrattamento psicologico. Anche se è una forma rara di abuso, i medici devono pensarci quando si trovano di fronte a fatti (racconti, sintomi, esami) o fallimenti terapeutici inesplicabili. La costruzione di una malattia pediatrica da parte di un adulto è una forma di abuso e non semplicemente un disordine mentale e la prognosi può essere pessima se il bambino viene lasciato in famiglia. Un lavoro pubblicato cerca di identificare i fattori che possono aiutare il medico a riconoscere la condizione.
Il termine Sindrome di Munchausen si applica ad una serie di pazienti i cui disturbi sono costruiti ad arte in maniera così convincente da portare a ospedalizzazioni inutili o comunque a trattamenti ed accertamenti non necessari. Nel 1977 vengono per la prima volta descritti casi in cui i sintomi vengono proiettati su un bambino e viene coniato il termine di S. di Munchausen “per procura”. Le modalità con cui tale sindrome si esplica sono estremamente variabili spaziando da una semplice alterazione nel riportare i sintomi, esagerandoli, fino a provocare vere e proprie lesioni al bambino allo scopo di attirare l'attenzione medica. Sono proprio queste le caratteristiche della sindrome: che si svolge in un ambiente medico e che in una certa misura il medico può esserne corresponsabile, ricercando elementi atti a confermare una diagnosi che invece si fa sempre più sfuggente. Alcuni dei casi descritti includono diete ipocaloriche tali da affamare il bambino con la motivazione che soffre di allergie multiple, omicidi per soffocamento del bambino durante una ospedalizzazione per “apnea”, sospetto di malattie ematologiche in bambini che sono stati ripetutamente feriti dalla madre. Tre sono le domande cui il medico deve rispondere per tentare di diagnosticare la sindrome:
1) Sono credibili la storia, i segni e i sintomi della malattia?
2)Il bambino sta ricevendo cure non necessarie o potenzialmente dannose?
3) Se è così, chi sta promuovendo il trattamento e gli accertamenti?
La diagnosi può non essere semplice perché i segni possono non essere rilevabili (quando vengono esagerati o immaginati) oppure essere inconsistenti (quando vengono provocati). Oppure può capitare che una volta effettuata una diagnosi il trattamento non funzioni portando il medico ad eseguire accertamenti o trattamenti sempre più pesanti. Una volta posto il sospetto è importante che il medico raccolga tutte le possibili informazioni con la collaborazione dello staff ospedaliero (anche attraverso l'uso di riprese video) e che venga istruito il caso con altri operatori e servizi (come in altre forme di maltrattamento). Anche il trattamento deve essere fatto applicando gli stessi principi di base utilizzati in ogni altro tipo di abuso (è importante che in una prima fase scattino provvedimenti per la protezione del minore). Gli autori concludono l'articolo con una serie di consigli per il medico che si dovesse trovare ad affrontare una simile situazione. In Italia vige l’obbligo per il medico che sospetti un abuso di segnalarlo al tribunale dei minori.
Referenze
1) Stirling JJ, and the Committee on Child Abuse and Neglect. Beyond Munchausen Syndrome by Proxy: Identification and Treatment of Child Abuse in a Medical Setting. Pediatrics 2007; 119: 1026-1030.
Contenuto gentilmente concesso da: Associazione Culturale Pediatri (ACP) - Centro per la Salute del Bambino/ONLUS CSB - Servizio di Epidemiologia, Direzione Scientifica, IRCCS Burlo Garofolo, Trieste; tratto da: Newsletter pediatrica. Bollettino bimestrale- Aprile-Maggio 2007.
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