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Proibizione di fumare nei locali pubblici e sindromi coronariche acute
Inserito il 27 novembre 2008 da admin. - cardiovascolare - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

A Roma, dopo l'introduzione del divieto di fumare nei luoghi pubblici, vi è stata una riduzione delle sindromi coronariche acute.



Questo studio di tipo osservazionale ha valutato i cambiamenti nella frequenza delle sindromi coronariche acute intervenuti a Roma dopo l'introduzione della proibizione di fumare nel luoghi pubblici (gennaio 2005). Sono state analizzate le sindromi coronariche acute registrate in soggetti di età compresa tra 35 e 84 anni nel periodo 2000-2005 e paragonati poi i due periodi, prima della legge (2000-2004) e dopo la legge (2005). Sono stati corretti numerosi fattori di confondimento come la presenza di PM10, la temperatura, le epidemie influenzali, il trend temporale, le ospedalizzazioni totali.
Nella fascia d'età compresa tra 34 e 64 anni si registrò una riduzione delle sindromi coronariche acute dell'11,2% nel periodo post-proibizione e del 7,9% nei soggetti di 65-74 anni. Non è stato visto invece alcun effetto per i soggetti più anziani. La riduzione tendeva ad essere maggiore negli uomini e nelle classi socioeconomiche più basse.
Gli autori concludono che l'introduzione della proibizione di fumare nei luoghi pubblici risulta associata ad una significativa riduzione delle sindromi coronariche acute e questo può avere delle implicazioni enormi per la salute pubblica.


Fonte:

Cesaroni G et al. Effect of the Italian Smoking Ban on Population Rates of Acute Coronary Events
Circulation 2008; 117; 1183-1188


Commento di Renato Rossi

Si tratta di uno studio di tipo osservazionale prima-poi, quindi numerosi sono i fattori di confondimento che potrebbero spiegare perchè nel 2005 ci sia stata una riduzione degli eventi coronarici acuti rispetto agli anni precedenti. Tuttavia gli autori, nell'analizzare i dati, hanno tenuto conto di questo aspetto, anche se non si può mai essere certi che la correzione elimini del tutto i fattori confondenti. D'altra parte uno studio di tipo randomizzato e controllato non è possibile e, comunque, gli effetti del fumo passivo sono ormai ampiamente documentati. Quanto trovato dagli autori italiani non sorprende quindi più di tanto. In ogni caso vengono confermati i dati di un altro lavoro osservazionale italiano che dimostrava una riduzione dei ricoveri per infarto in Piemonte dopo l'introduzione del divieto di fumare nei locali pubblici. Per altri particolari si rimanda alla pillola pubblicata in quell'occasione [1].


Referenze

1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2894


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