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Sindrome metabolica: scarso potere predittivo di eventi cardiovascolari. |
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Inserito il 03 febbraio 2009 da admin. - metabolismo - segnala a:
L'analisi dei dati dello studio PROSPER e del BRHS suggeriscon che la diagnosi di sindrome metabolica abbia uno scarso potere predittivo degli eventi cardiovascolari
In questo lavoro sono stati analizzati 4812 pazienti non diabetici (età 70-82 anni) partecipanti allo studio PROSPER (Prospective Study of Pravastatin in the Elderly at Risk). I dati sono stati poi confrontati con quelli di 2737 uomini di età compresa tra 60 e 79 anni partecipanti allo studio prospettico BRHS (British Regional Heart Study). Lo scopo dell'analisi era di verificare il potere predittivo di eventi cardiovascolari e di diabete sia di una diagnosi di sindrome metabolica (effettuata usando i criteri stabiliti dal Third Report of the National Cholesterol Education Program) sia delle sue cinque componenti. Nello studio PROSPER la sindrome metabolica non risultò associata ad un aumentato rischio di malattia cardiovascolare in soggetti che, al baseline, non avevano una patologia di questo tipo; risultò invece associata ad un aumentato rischio di diabete (HR 4,41; 3,33-5,84), così come lo furono i suoi singoli componenti, soprattutto la glicemia a digiuno. I risultati furono simili nei pazienti con pre-esistente malattia cardiovascolare. Nello studio BRHS la sindrome metabolica risultò modestamente associata ad eventi cardiovascolari (HR 1,27;1,04-1,56), mentre vi era una associazione forte con il diabete (HR 7,47; 4,90-11,46). In entrambi gli studi il BMI, la circonferenza addominale, i trigliceridi e la glicemia non risultarono associati al rischio di malattia cardiovascolare, ma tutti e cinque i componenti della sindrome risultarono legati ad un aumento del rischio di diabete di nuova diagnosi. Gli autori concludono che la sindrome metabolica e i suoi componenti sono associati al rischio di diabete tipo 2, mentre l'associazione con gli eventi cardiovascolari è debole o nulla. Pertanto cercare di definire dei criteri che simultaneamente predicano il rischio cardiovascolare e il diabete probabilmente è poco utile, mentre l'attenzione dovrebbe essere focalizzata nello stabilire degli algoritmi ottimali di rischio per ciascuna malattia.
Fonte:
Sattar N et al. Can metabolic syndrome usefully predict cardiovascular disease and diabetes? Outcome data from two prospective studies. Lancet 2008 Jun 7; 371:1927-1935
Commento di Renato Rossi
Abbiamo già dedicato altre pillole alla sindrome metabolica [1,2,3], nelle quali si evidenziavano molti dubbi circa la capacità della sindrome di prevedere più accuratamente il rischio cardiovascolare di quanto non si possa fare usando i tradizionali fattori di rischio. I cinque componenti della sindrome sono: circonferenza addominale, colesterolo HDL, trigliceridi, pressione arteriosa e glicemia. Anche lo studio qui recensito conferma che il potere predittivo di futuri eventi cardiovascolari è scarso se non, addirirttura, nullo. Invece risulta ben documentata l'associazione con il diabete incidente, ma non aggiunge nulla di più di quanto già non si possa ottenere usando la semplice glicemia a digiuno. Insomma, sembra proprio il caso di concludere che non vale la pena di perdere tempo nel definire una sindrome la cui utilità pratica viene sempre più messa in discussione.
Referenze
1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=3905 2. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2259 3. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=4010
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