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Proposte aliene per i farmaci generici |
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Inserito il 30 settembre 2008 da admin. - scienze_varie - segnala a:
Assurde misure proposte dalla parte pubblica per uscire dall'insostenibile situazione dei farmaci equivalenti.
Taglio del 20% sul prezzo dei farmaci generici e prezzo stabile per il prodotto originator.
Sanzioni amministrative per produttori o grossisti che pratichino extrasconti su tutti i farmaci Ssn.
Obbligo assoluto di rispetto delle quote di spettanza riconosciute alla filiera del farmaco sul prezzo di vendita al pubblico dei medicinali (aziende, 66,65%; grossisti 6,65%; farmacie 26,70%).
Blocco dei prezzi del branded in scadenza se nel frattempo un'azienda genericista s'è mossa per contrattare il prezzo dell'off-patent, che dovrà comunque essere inferiore del 25% al prezzo della specialità e dovrà essere tarato sulla quota di mercato potenziale e sui prezzi Ue.
Queste le misure presentate dalla parte pubblica alla riunione del tavolo tecnico sulla farmaceutica con le quali Governo e Regioni punterebbero a stroncare il fenomeno degli extrasconti sui farmaci "equivalenti", recuperando 800 milioni di risparmi per le casse del Ssn.
L'articolato in sei commi, scritto a tre mani dall'ex-dicastero della Salute, dall'Aifa e dalle Regioni e' destinato probabilmente ad entrare sotto forma di emendamento in uno degli spezzoni della manovra triennale all'esame della Camera.
Le misure non sono piaciute ai diversi rappresentanti della filiera, a partire dalle farmacie, cui le Regioni "possono" destinare a titolo di incentivo alla diffusione del generico appena il 2% del fatturato regionale dei generici a carico del Ssn.
La proposta di parte pubblica recepisce l'appello per lo stop alla corsa al ribasso esploso in primis dalle aziende dei genericisti, strangolate dal tentativo di rosicchiare posizioni alle specialità. Il divieto d'extrasconto e il blocco dei prezzi imposto all'originator non accontenta i produttori di generici: il 20% di ulteriore taglio sui prezzi (già per legge inferiori di almeno il 20% rispetto all'originator) rischia di rivelarsi un boomerang. Il 2% di giro d'affari locale che le Regioni "potrebbero" indirizzare a titolo d'incentivo alle farmacie è assai meno di quanto originariamente richiesto dai produttori allo stesso scopo. Inoltre appare inaccettabile per Farmindustria il divieto esplicito di concorrenza imposto ai listini degli originator in fase di scadenza di brevetto.
Fonte: Sara Todaro, il Sole 24ore 23/09/2008.
Commento di Luca Puccetti
Si continua con l'assurda politica dell'incentivazione ideologica del farmaco generico e lo si fa anche a prezzo di misure assurde e palesemente contrarie a qualunque norma commerciale e giuridica, in spregio ad ogni politica di valutazione lungimirante del comparto farmaceutico, specialmente nell'attuale contesto economico finanziario.
Quale è la situazione?
Per convincere i farmacisti a promuovere il "LORO" generico i produttori offrono spesso extrasconti, talora enormi e sotto varie forme, al farmacista mentre il prezzo per il SSN rimane quello di fustella. Di conseguenza i margini per i produttori di generici si restringono, facendo diventare meno appetibile il business, il terzo pagante-paziente non ci guadagna nulla ed i farmacisti incamerano l'extrasconto. Tutto ciò induce tecniche di aggiramento di brevetto da parte dei produttori di originators, con proposte di molecole di scarsa o nulla innovatività, che costano molto di più dei farmaci in odor di scadenza di brevetto.
Si parte dall'idea che il generico sia, in re ipsa, un bene (ma per chi?), mentre invece è un fenomeno deleterio, che sottrae risorse alle aziende che fanno ricerca e che spalma fondi su una moltitudine di soggetti assolutamente improduttivi in senso scientifico. Gli stessi vantaggi che si ottengono con il ruolo concorrenziale dei generici si possono ottenere con una semplice contrattazione tra produttori di originator e terzi paganti circa l'andamento della curva prezzo-tempo del farmaco, ponderata per i volumi di venduto.
Invece, per cercare di rimediare all'enorme pasticcio creato dai soliti dirigisti con l'ideologia mercantilistica in testa, si vuole introdurre una norma assurda, che non rappresenta certo un incentivo per i farmacisti, rischia di far divenire ancor meno conveniente il business dei generici a chi li produce e che costituisce una grave violazione delle norme sul libero mercato.
Contraria a qualunque principio economico e commerciale la norma che impedirebbe all'originator di abbassare il prezzo a ridosso della scadenza brevettuale. Gravido di profili di illegitimità anche il divieto di extrasconto che limiterebbe la libera concorrenza tra produttori di farmaci a brevetto scaduto.
Siamo in presenza di proposte di dubbia implementabilità e senza alcuna possibilità di tenuta a fronte di ricorsi alle autorità giudiziarie competenti, nazionali e comunitarie.
Ma, soprattutto, siamo in presenza di proposte dirigistiche, vessatorie e demagogiche, prive di qualunque riflessione sul ruolo strategico del comparto farmaceutico e sulle conseguenze di questa insensata promozione dei farmaci generici che sta provocando il dirottamento sempre più massiccio di risorse verso la ricerca di molecole di nicchia, dal costo altissimo a scapito della ricerca dei farmaci per le patologie sociali.
Ancor più grave la mancanza di lungimiranza in un contesto di gravissima crisi della finanza mondiale, e di recessione. Il rischio è di spostare risorse a vantaggio di aziende cinesi ed indiane, con tutti i rischi connessi alla produzione di merci di tale delicatezza in questi contesti geografici, sottraendo risorse ad Europa ed UE.
Necessiterebbe un colpo d'ala della politica, quella con la P maiuscola e non di contrattare assieme a chi, come le Regioni, ha, ontologicamente visioni parziali e contingenti delle problematiche e tenendo in giusto conto il parere dell'Organo tecnico, che tuttavia tale dovrebbe rimanere. Ad altri dovrebbe spettare inaffti l'onere di scelte strategiche.
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