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Cancro mammario: in alcuni casi può regredire spontaneamente
Inserito il 27 novembre 2008 da admin. - oncologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Secondo uno studio norvegese il cancro mammario diagnosticato allo screening mammografico potrebbe andare incontro, in alcuni casi, a regressione spontanea.


Gli autori di questo studio osservazionale sono partiti dal fatto che, dopo l'introduzione dello screening mammografico, l'incidenza di cancro mammario è aumentata, tuttavia la storia naturale di queste neoplasie scoperte tramite screening non è nota.
Per far luce sulla questione sono stati considerati due gruppi di donne norvegesi paragonabili per età.
Il primo gruppo (quasi 120.000) comprendeva donne che erano state invitate a partecipare ad uno screening biennale dal 1996 al 2001 (età nel 1996: da 50 a 64 anni). Il secondo gruppo (quasi 110.000) comprendeva donne seguite nel periodo 1992-1997 (età nel 1992: 50-64 anni); nel 1996-1997 ad esse venne offerta una mammografia e quasi tutte accettarono. I due gruppi erano paragonabili non solo per l'età ma anche per i fattori di rischio per cancro mammario.
L'incidenza cumulativa di tumore mammario invasivo risultò più elevata nel primo gruppo non solo nel periodo di osservazione (1268 vs 810 per 100000; relative rate 1,57; 1,44-1,70), ma anche alla fine del relativo periodo di osservazione (1909 vs 1564 per 100000; relative rate 1,22; 1,16-1,30).

Una prevalenza maggiore fu osservata nel gruppo screenato in ogni anno d'età.

Gli autori concludono che, siccome l'incidenza cumulativa di cancro mammario nel gruppo controllo non ha mai eguagliato quella del gruppo screenato, si deve pensare che alcuni cancri scoperti alla mammografia non persistono e possono regredire spontaneamente a distanza di 6 anni.


Fonte:

Zahl P-H et al. The Natural History of Invasive Breast Cancers Detected by Screening Mammography
Arch Intern Med. 2008 Nov 24;168:2311-2316.



Commento di Renato Rossi

Gli autori avvertono che le loro conclusioni non entrano nel merito del dibattito se lo screening mammografico sia o meno in grado di ridurre la mortalità da cancro mammario. Ed infatti lo studio non parla di questo, ma affronta il problema della storia naturale del tumore della mammella. Storia che non è per nulla nota. Si sa che alcuni tumori possono regredire spontaneamente, probabilmente in seguito ad una reazione immunitaria dell'organismo. Ma questo succede anche per il cancro mammario invasivo? Lo studio recensito in questa pillola suggerisce che può accadere.
Il New York Times [1] gli ha dedicato un intero articolo, riportando il parere di alcuni esperti. Alcuni si sono detti scettici su questi dati, altri hanno sottolineato che le implicazioni di questo studio sono enormi, almeno dal punto di vista potenziale, soprattutto se quanto trovato da Zahl e collaboratori potrà essere confermato. Altri ancora si sono detti preoccupati dal fatto che lo screening potrebbe portare a diagnosticare troppo precocemente (e quindi a trattare) tumori che invece, se non scoperti, andrebbero incontro a regressione spontanea. Infine qualcuno ha ribadito che questo studio non può mettere in dubbio i benefici dello screening mammografico, senz'altro superiori ai rischi.
Lo studio non è di tipo randomizzato, quindi non si può escludere che vi fosserro delle differenze tra i due gruppi che rendono conto della diversa incidenza del cancro mammario. Alcuni hanno ipotizzato che nel primo gruppo sia stata usata maggiormente la terapia ormonale sostitutiva per la menopausa, altri che le tecnica mammografica nel primo gruppo sia stata più accurata ed abbia scoperto quindi più tumori. Gli autori però negano che queste possano essere le spiegazioni del fenomeno.
Un editoriale di commento [2] sottolinea che se la regressione del tumore mammario è possibile, questo potrebbe portare ad una rivalutazione sia dell'approccio diagnostico che di quello terapeutico.
Ovviamente, come si può ben capire, non è proponibile uno studio randomizzato e controllato perchè sarebbe necessario nel gruppo controllo, una volta identificato un tumore mammario, limitarsi a seguirlo nel tempo senza intervenire. Ci si dovrà quindi accontentare di evidenze di tipo osservazionale.

Le conseguenze di questi risultati, sul piano pratico, per ora sono del tutto inesistenti perchè non è possibile dire, una volta scoperto un tumore mammario, se sia tra quelli che regrediscono spontaneamente. Tuttavia, dal punto di vista speculativo, si apre uno scenario molto interessante:
in futuro sarà forse possibile disporre di test che ci permettano di selezionare le pazienti da avviare a terapia chirurgica e quelle da sottoporre unicamente a follow-up.


Commento di Luca Puccetti

L'evidenza è debolissima ed è assolutamente fuori luogo inferire che da tali dati si possa immaginare l'esistenza di un numero apprezzabile di casi di tumore suscettibile di regressione spontanea. Prima di tutto il periodo storico è diverso e dunque sono diverse le tecniche usate per la mammografia ed inoltre chi aderisce ad un programma di screening ha motivazioni diverse da chi è seguito per altri motivi e dunque si seleziona una popolazione diversa. Si rischia veramente di discettare del nulla.

Referenze

1. http://www.nytimes.com/2008/11/25/health/25breast.html?_r=1&ref=health

2. Kaplan RM and Porzsolt F. The Natural History of Breast Cancer. Arch Intern Med. 2008 Nov 24;168:2302-2303.

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