Consentito il prelievo delle impronte digitali ai ricoverati al fine di evitare errori o scambi di persona, soprattutto nel caso di trasfusioni di sangue
Il Garante per la protezione dei dati personali (Newsletter n. 310/2008) ha reso noto che, al fine di prevenire errori di identificazione dei malati o delle sacche di sangue, ha autorizzato un'azienda ospedaliera a utilizzare un sistema di sicurezza trasfusionale basato sulla rilevazione delle impronte digitali di operatori sanitari e pazienti. L’'Autorità ha quindi chiarito che con l'introduzione di tale sistema (cd. biometrico) si anche vuole garantire maggiormente la reale e costante presenza del personale sanitario sin già nella prima (e più delicata) fase della trasfusione. Tra questi evidenziamo il fatto che i dati dei pazienti non potranno essere conservati per più di sette giorni, che l'azienda dovrà individuare preventivamente i casi in cui ritenga necessario protrarre i tempi di conservazione fino a trenta giorni. Per quanti non vogliano sottoporsi alla rilevazione biometria, l'azienda ha previsto modalità di identificazione alternative (es. assegnazione di codici personali, braccialetti con codici a barre).