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Massima privacy nei certificati medici per HIV, ma non solo |
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Inserito il 12 agosto 2010 da admin. - medicina_legale - segnala a:
Viene ribadito ancora una volta, dal Garante, il diritto del malato di HIV di vedere tutelata la propria pivacy rispetto al datore di lavoro, in quanto la conoscenza della diagnosi non influisce sul rapporto amministrativo (Garante Privacy, newsletter . 331/2009)
Il Garante per la privacy con newsletter n. 331/2009, ha chiarito e ribadito ancora una volta che il lavoratore sieropositivo ha diritto all’ anonimato e non deve essere riportata la diagnosi sulla documentazione medica che lo riguarda e che viene fatta circolare per ragioni amministrative nell’ambito dell’ organizzazione del datore di lavoro.
Quindi, nel caso di accertamento medico che individui la condizione di sieropositività, nella necessità di gestire il rapporto di lavoro con il lavoratore interessato, il documento inviato dal medico ad altri organi o uffici non deve riportare il giudizio diagnostico ma solo un giudizio medico-legale di idoneità o inidoneità al lavoro. La cosa pero’ viene espressa anche in termini piu’ generali: non deve comparire alcuna diagnosi che possa essere conosciuta dal datore di lavoro e dai suoi collaboratori/incaricati nel rispetto della privacy del lavoratore in quanto i dati di eventuali malattie come la sieropositività non sono indispensabili per la gestione amministrativa del rapporto di lavoro. Le norme regolamentari della Pubblica Amministrazione devono, pertanto, adeguarsi a quanto previsto dal Codice della privacy e alle indicazioni del Garante.
Pina Onotri
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