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Il doloroso caso della bimba morta e del pediatra in ferie, condannato |
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Inserito il 16 aprile 2011 da admin. - medicina_legale - segnala a:
Un caso che minaccia di sconvolgere il mondo dell’ assistenza sanitaria; una interpretazione nuova e piuttosto ardita di un magistrato fiorentino. E’ lecito condannare un professionista in ferie per errori eventualmente commessi da altri? Un pediatra, in ferie, e' stato condannato a risarcire il danno causato dal sostituto. Riteniamo tale decisione profondamente ingiusta, e ci chiediamo: e’ sbagliata la legge o l’ interpretazione che se ne e’ data?
Il fatto, di per se’ doloroso e immeritevole di una diatriba essenzialmente economica, e’ accaduto a Pontassieve, presso Firenze, il 30 aprile del 2008: una bambina di 11 anni, colta da dolori addominali, moriva per un’ appendicite evolutasi in peritonite dopo che erano stati consultati diversi medici che non diagnosticavano correttamente la malattia. I genitori avevano contattato telefonicamente un primo medico di guardia medica (il dott. Enrico Baldini, che si limito’ a consigli telefonici) e poi, per l’ evoluzione dei sintomi, un secondo medico di guardia (Vat Marashi) che invece la visito’, poi con ripetute telefonate la sostituta della pediatra di famiglia (Laure Monthe); la pediatra titolare, al momento, si trovava in ferie all’ estero, e non era raggiungibile.
L’ intervento in extremis effettuato in Ospedale non riusci’ a salvare la bimba, per cui i genitori iniziarono un procedimento penale di responsabilita’ verso i medici implicati; il pubblico ministero Luciana Singlitico sostenne l’ accusa di omicidio colposo verso i due medici di guardia e verso la dottoressa Monthe, sostituta della pediatra titolare.
Il Magistrato monocratico, Gaetano Magnelli (della sezione distaccata di Pontassieve del tribunale di Firenze), escludeva la responsabilita’ del primo medico di guardia, (il dott. Baldini, assolto) mentre condannava a 8 mesi il secondo medico (Marashi) e la pediatra sostituta (Monthe), disponendo la sospensione della pena subordinata pero’ al pagamento di una provvisionale elevatissima di oltre 3 milioni di Euro (950mila a ciascun genitore, 600mila al fratello, 250mila ciascuno a tre nonni).
Fatto del tutto nuovo, pero’, la responsabilita’ civile per il pagamento di tali risarcimenti veniva fatta risalire, oltre ai tre imputati, anche alla pediatra titolare, assente all’ epoca dei fatti.
Per la precisione, a quanto riferito da alcuni organi di stampa, il giudice ha chiamato a garanzia del pagamento (qualora i diretti interessati non pagassero) la ASL per i medici di guardia e la dottoressa titolare per la sua sostituta.
Il medico assente, quindi, si verrebbe a trovare nelle condizioni di sborsare una cifra altissima per un eventuale errore commesso in sua assenza. Le reazioni:
Vivacissime sono state le reazioni da parte di numerosi responsabili della sanita’:
- Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, Antonio Panti, critica la scelta del giudice di condannare anche la dottoressa in ferie che sulla diagnosi non si era espressa: ”Ogni professionista deve rispondere solo per i suoi atti medici. La colpa è solo soggettiva, non può essere oggettiva”.
- Il Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici ed Odontoiatri, Amedeo Bianco, ha ritenuto esagerata la sentenza del giudice in quanto si rischia di creare un precedente che metterebbe in crisi un intero sistema, evidenziando una “creativita’” sul piano civilistico che rischia di rendere difficile il rapporto tra medici, pazienti e istituzioni.
-Valdo Fiori, responsabile FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri): «sentenza assurda. Si penalizza un medico per un errore commesso da un altro. Non voglio entrare nel merito della responsabilità penale di questa vicenda ma non torna che si chiedano i soldi a chi si era fatto sostituire. Ognuno risponde della propria attività».
-Il presidente della FIMP Mele avrebbe anche contattato il Ministro Fazio, da cui avrebbe ricevuto rassicurazioni circa eventuali soluzioni legislative
- Il Segretario della FIMMG Milillo (Federazione Italiana Medici Medicina Generale) teme che questo principio, se consolidato, possa in futuro estendersi anche ai medici di famiglia e preannuncia iniziative legali finalizzate a salvaguardare l’ individualita’ della responsabilita’ professionale.
-Infuriato anche Salvo Cali’, Segretario Nazionale dello SMI (Sindacato Medici Italiani): “Evidentemente il giudice ha assimilato il sostituto ad un dipendente, stravolgendo con la propria interpretazione le normative convenzionali. Una scelta ingiusta, che potrebbe ricadere anche sui medici di famiglia e che contesteremo in tutte le sedi competenti". Ovviamente soddisfatto invece l’ avvocato della parte lesa: “In sostanza il tema è se si applichi o meno in questo caso l'articolo del codice civile per cui chi si avvale di un altro per compiere un'obbligazione risponde anche dell'operato di quest'ultimo. Il rapporto tra medico convenzionato e l'assistito assimilato a quello libero professionale, il sostituito risponde dell'operato del sostituto. Voglio sottolineare il fatto che finalmente è stata disposta una provvisionale degna di questo nome». I risvolti del problema: Primo aspetto, quello penale.
Colpiti dalla “creativa” decisione civilistica del magistrato fiorentino, molti hanno trascurato di prendere in considerazione l’ aspetto penalistico, quella condanna per appendicite non riconosciuta sebbe la piccola paziente fosse stata regolarmente visitata da uno dei medici.
Chi ha studiato medicina non puo’ non ricordare la definizione di “tomba del medico” che veniva data alle patologie addominali acute, proprio per la loro estrema difficolta’ diagnostica; e si ricordera’ anche come tali patologie siano ancor piu’ difficili da diagnosticare nei bambini in quanto capaci di assumere forme e sintomi anomali, diversi dal quadro classico “normale”, tali da confondersi con tante altre patologie banali.
Spero che sia possibile leggere quanto prima la Consulenza medica d’ ufficio in modo da poter valutare se effettivamente ci fu il misconoscimento di un quadro clinico realmente evidente e diagnosticabile, o se invece si sia trattato di una sentenza “forzata”, motivata piu’ dalla “pietas” per un evento cosi’ doloroso piuttosto che da un’ osservanza rigorosa della legge. Ne riparleremo. Secondo aspetto: quello civile Le assicurazioni:
Come e’ stato evidenziato da altri, difficilmente le polizze assicurative vigenti potranno coprire i danni “per conto terzi”. Alcune polizze prevedono in realta’ la copertura della Responsabilita’ Civile anche per atti commessi da dipendenti e collaboratori, ma finora i sostituti dei medici convenzionati non sono mai stati fatti rientrare in tali categorie. Ci sembrerebbe logico che, se il paradigma della responsabilita’ per traslato valga per i medici, dovrebbe valere anche per la assicurazioni, ma la logica ha poco spazio in circostanze del genere.
La responsabilita’ civile del titolare:
Finora, pacificamente, ciascun professionista era stato sempre considerato personalmente e direttamente responsabile delle proprie azioni; ora verrebe introdotto una sorta di “responsabilita’ oggettiva” che non appare giustificata.
Infatti riteniamo che l’ assimilazione del medico convenzionato al libero-professionista “puro” sia evidentemente impropria e fallace, in quanto il sostituto, accettando l’ incarico, viene ad assumere degli obblighi contrattuali verso il SSN che esulano dal rapporto tra i due professionisti e da un eventuale controllo gerarchico da parte del titolare: il medico titolare, ad esempio, non avrebbe potere di interferire con le eventuali decisioni professionali del sostituto, e questo secondo noi lo libererebbe dalle conseguenti responsabilita’.
Il problema, evidentemente, non e’ di facile soluzione e certamente si assistera’ ad una serie di ricorsi e controricorsi che vedranno protagonisti, oltre ai poveri genitori della bambina, tutte le maggiori associazioni del settore.
Certo, se venisse confermato l’ indirizzo del giudice fiorentino, le acque gia’ agitate della sanita’ pubblica saliranno al livello di un autentico tsunami capace di travolgere persone, Enti e Istituzioni. Sembra impossibile che si voglia arrivare a tanto… Daniele Zamperini
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