L'uso delle statine nella prevenzione primaria e secondaria degli eventi coronarici è ben noto, ma un nuovo studio suggerisce che la sospensione della terapia per un breve periodo di tempo può avere un inaspettato e pericoloso effetto rebound. Le statine riducono LDL colesterolo e riducono il rischio di eventi coronarici agendo su fattori coinvolti nella reazioni infiammatorie.Studi condotti sugli animali hanno evidenziato che la sospensione per breve tempo della terapia con statine riduce la biodisponibilità di ossido nitrico. Christian Hamm (Kerchoff Heart Center, Bad Nauheim, Germany) e colleghi confermano che la sospensione delle statine dopo l'inizio dei sintomi attribuibili a patologia coronarica aumenta il rischio di morte.Gli autori hanno studiato 1616 pazienti ricoverati in ospedale con malattia coronarica e dolore toracico ed hanno monitorato i pazienti per 30 giorni al fine di studiare l'incidenza di morte e di infarto miocardio non fatale. 1249 pazienti non assumevano terapia con statine; 379 pazienti erano invece già in trattamento con statine e continuarono la terapia durante i 30 giorni di osservazione; 86 pazienti sospesero la terapia al momento del ricovero in ospedale. Il rischio di morte o di infarto miocardio non fatale nei pazienti che assumevano statine fu pari alla metà di quello dei pazienti che non assumevano il trattamento un dato certamente non sorprendente. La sospensione della terapia al momento dell'ammissione in ospedale era, invece, correlata con un aumento del rischio di almeno 3 volte rispetto ai pazienti che continuavano la precedente terapia con statine. È chiaro afferma Hamm che il medico non dovrebbe mai sospendere una terapia con statine nei pazienti affetti da una sindrome coronarica acuta e che la sospensione può essere molto pericolosa.