Recentemente è salito all'attenzione dei ricercatori il problema delle "polveri fini" prodotte dalla combustione dei motori d'auto e dagli impianti di riscaldamento. Non è ancora ben noto quale impatto sulla salute possano avere queste sostanze. È stata studiata perciò la velocità con cui il particolato fine presente nei gas di scarico delle auto potesse superare la barriera polmonare e penetrare nel circolo sanguigno producendone eventualmente degli effetti sistemici. Sono stati sottoposti a questa ricerca cinque volontari sani a cui sono state fatte respirare particelle fini marcate con tecnezio radioattivo. I ricercatori hanno evidenziato come tali particelle risultassero presenti in circolo già solo dopo un minuto e raggiungevano un picco di concentrazione in un periodo compreso tra i 10 e i 20 minuti. Il livello di massima concentrazione veniva mantenuto per almeno 60 minuti. Lo studio quindi indica come il particolato fine derivato da inquinanti del traffico possa penetrare nel circolo rapidamente e permanere a lungo con potenzialità di danni sia all'apparato vascolare che agli organi da esso irrorati. Sono necessari ovviamente degli studi più ampi per chiarire i meccanismi e precisare l'entità.