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La medicina difensiva riduce le cause contro i medici? |
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Inserito il 08 novembre 2015 da admin. - medicina_legale - segnala a:
Uno studio osservazionale statunitense suggerisce che i medici che praticano medicina difensiva hanno meno probabilità di incorrere in cause legali.
Che cosa si intenda per medicina difensiva è noto: i medici, per proteggersi da eventuali cause legali per "malpractice" prescrivono esami, accertamenti strumentali e visite specialistiche anche se non ritenute strettamente necessarie dal punto di vista clinico.
I danni sono evidenti: da una parte si sprecano risorse sanitarie e dall'altra si possono esporre i pazienti al rischio di esami falsamente positivi o negativi, al rischio di sovradiagnosi e sovratrattamenti [1].
Non è ancora chiaro cosa bisognerebbe fare per ridurre la pratica della medicina difensiva. Chi scrive si era già espresso in passato a favore della depenalizzazione dell'atto medico [2], fatte salve evenienze particolari come per esempio quando sia evidente un chiaro intento doloso o una condotta gravemente negligente.
Tuttavia viene spontanea una domanda: praticare la medicina difensiva protegge di più da eventuali cause legali?
Ha cercato di rispondere uno studio [3] che ha analizzato varie specialità, in particolare si è concentrato su quello che succede in un campo a rischio elevato di cause promosse dai pazienti contro i medici come l'ostetricia.
Lo studio, effettuato in Florida, ha esaminati i dati di quasi 25.000 medici per un totale di più di 18 milioni di ricoveri ospedalieri. Le cause legali intentate contro i medici sono state 4342.
S è visto che i medici che spendevano di più prescrivendo un maggior numero di accertamenti diagnostici era associato ad una riduzione del rischio di incorrere in una causa per "malpractice".
Per esempio tra gli internisti il rischio di incorrere in una causa legale nell'anno seguente era di 0,3% in chi spendeva di più (quasi 40.000 dollari per ricovero) e dell'1,5% in chi spendeva di meno (circa 19.000 dollari per ricovero).
In generale, comunque, la riduzione del rischio di cause legali associata ad una maggiore spesa era evidente in sei delle sette specialità prese in esame.
Tra i limiti dello studio gli autori citano la mancanza di dati circa la gravità delle varie patologie.
Un editoriale di accompagnamento cita altri limiti che potrebbero rendere meno robusti i risultati dello studio [4].
A questi aggiungiamo anche il fatto che lo studio riguarda una realtà, quella americana, che sotto questo aspetto è per molti versi differnte da quella italiana.
Tuttavia ci sembra innegabile che lo studio di Jena e coll. dia una prima risposta ad una domanda cruciale e suggerisca che praticare la medicina difensiva possa avere comunque un effetto protettivo contro le cause legali.
In un contesto italiano nel quale il recente decreto governativo denominato "decreto appropriatezza" sugli accertamenti diagnostici ha scatenato polemiche e rimostranze, rimane imperativo dare una risposta urgente ai timori dei medici. Una sentenza della Cassazione sembra aprire qualche spiraglio [5].
Renato Rossi
Bibligrafia
1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=1833
2. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=5096
3. Jena AB et al. Physician spending and subsequent risk of malpractice claims: observational study BMJ 2015 Nov 7;351:h5516
4. Bishop TF et al. Does defensive medicine protect doctors against malpractice claims? BMJ 2015 Nov 7;351:h5786
5. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=6363
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