La 27° ISC ( International Stroke Conference) dell'American Stroke Association tenutasi il 07.02.2002 in Texas negli USA ha illustrato il primo grande studio sulle pillole di nuova generazione a minor contenuto di estrogeni. Il rischio di ictus rilevato nelle donne che assumono questi nuovi contraccettivi orali rimane sempre il doppio rispetto a quello delle donne che non assumono la pillola. In termini assoluti il numero di donne che sono candidate ad avere un ictus sale da tre a 6 per 10.000 /anno. I contraccettivi orali sono costituiti da una associazione di ormoni femminili.La prima pillola introdotta negli anni 60 era costituita da dosi molto elevati di estrogeni e da noretisterone o linestrenolo. Queste pillole erano associate con aumentato rischio di formazione di trombi ematici e di eventi trombotici. Nei prmi anni 70 furono sviluppate le pillole di seconda generazione che contenevano minore quantità di estrogeno ( < 50 mcg) e contenevano come progestinico il levonorgestrel. Dieci anni dopo furono messe in commercio le pillole di terza generazione che contenevano anch'esse una minore quantità di estrogeno ma avevano come progestinico il desogestrel o il gestodene. Studi precedenti sulle pillole di seconda generazione hanno dimostrato un aumento di rischio di ictus soprattutto in alcuni sottogruppi di donne in trattamento con la pillola e segnatamente per le fumatrici e le ipertese.In questo ultimo studio i ricercatori hanno studiato il rischio di ictus per tutte e tre le generazioni di contraccettivi orali.Trai 203 casi di ictus e dei 925 controlli di età compresa tra 18 e 49 anni il rischio di ictus fu 2,3 volte superiore tra le utilizzatrici di una qualsiasi delle classi di pillole rispetto alle donne che non assumevano la pillola. I fattori di rischio generici per ictus ( fumo , ipertensione ,diabete ) si sommavano al rischio connesso alla pillola in tutti i gruppi ci contraccettivi orali. Poiché non vi sono virtualmente differenze tra la seconda e la terza generazione di contraccettivi orali la scelta di usare un tipo o l'altro dipende dal rischio cardiovascolare della singola donna. Già dallo scorso anno uno studio del Dr.Algra e collaboratori ha evidenziato un aumento del rischio di trombosi venosa profonda tra le utilizzatrici della pillola di terza generazione. Lo stesso gruppo di ricercatori effettuando la metanalisi di precedenti studi su ci contraccettivi orali ha rilevato un aumento di rischio di trombosi venosa maggiore per i contraccettivi orali di terza generazione rispetto a quelli di seconda generazione. Pertanto viene raccomandato alle donne fattori di rischio positivi per trombosi venosa delle gambe che utilizzano le pillole di terza generazione di passare a quelle di seconda generazione gravate da un minor rischio vascolare.