È ben noto fin dal 1992, dalle dichiarazioni dell'"American Health Association", che i soggetti esposti al fumo passivo di tabacco nell'ambiente domestico presentino un rischio di morte per malattie cardiovascolari notevolmente aumentato (fino al 30%) rispetto alla popolazione generale. Tuttavia non erano mai stati valutati gli effetti acuti all'esposizione al fumo di tabacco. Alcuni ricercatori giapponesi hanno voluto indagare, con metodiche indirette, l'effetto del fumo passivo sul circolo coronarico. Hanno valutato la riserva di velocità del flusso dell'arteria coronarica discendente anteriore mediante la tecnica dell'ecodoppler trans-toracico. I ricercato hanno eseguito delle misurazioni su gruppi di pazienti prima e dopo la permanenza in una sala fumatori nel loro Ospedale. I risultati sono stati significativi: prima dell'esposizione i non fumatori presentavano una riserva di velocità di flusso coronarico maggiore rispetto ai fumatori; questa differenza veniva annullata dopo una permanenza di sola mezz'ora nell'ambiente saturo di fumo di sigaretta. Anche altri parametri ematochimici, come i livelli di carbossiemoglobina, aumentavano dopo l'esposizione al fumo dei soggetti non fumatori mentre rimanevano invariati nei fumatori abituali. L'effetto acuto del fumo passivo sulla riserva coronarica è quindi molto più elevato nei soggetti non fumatori rispetto ai fumatori. È perciò dimostrato come il fumo di sigaretta, oltre a essere il principale fattore di rischio per il cancro al polmone, presenti notevoli effetti biologici acuti anche in concentrazioni certamente non elevate; tali effetti sono particolarmente evidenti nei soggetti non fumatori e non abituati all'inalazione di fumo.