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Le trombocitosi secondarie
Inserito il 14 luglio 2019 da admin. - ematologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La trombocitosi secondaria è una condizione non rara che può associarsi a diverse situazioni cliniche.


Si definisce trombocitosi una conta piastrinica superiore a 450.000 per mm3.

Classicamente si distingue una trombocitosi primitiva o essenziale e una trombocitosi reattiva o secondaria.

La prima è caratterizzata da una abnorme produzione di piastrine da parte di un clone midollare alterato.
La seconda è una forma generalmente benigna che si realizza in seguito a svariate condizioni cliniche.

La differenziazione è importante perchè la trombocitosi essenziale comporta complicanze trombotiche mentre questo si verifica molto più raramente nelle forme reattive. Fortunatamente le forme secondarie sono molto più frequenti rispetto alla forma primitiva clonale.

Un approccio iniziale ragionevole è di ripetere la conta piastrinica a distanza di qualche giorno per confermare il dato.

Se il dato viene confermato si deve anzitutto escludere una forma secondaria. Purtroppo il numero assoluto di piastrine non è un criterio valido per distinguere una forma primitiva da una secondaria: anche valori di piastrine superiori a 1.000.000/mm3 possono essere dovuti a trombocitosi reattive.

Se, di fronte ad un evento particolare (per esempio trauma, esercizio fisico intenso, intervento chirurgico, etc.) si dispone di un esame precedente che mostra un numero normale di piastrine la diagnosi di trombocitosi reattiva è quasi certa.

In alcuni casi l'anamnesi permette già da subito di individuare la causa della trombocitosi.
Per esempio una trombocitosi può verificarsi dopo un intervento di splenectomia: di solito il numero di piastrine ritorna normale dopo alcuni mesi.
Anche l'esercizio fisico e lo stress possono provocare trombocitosi.

Altre cause di solito facilmente individuabili di trombocitosi reattiva sono: il periodo post-operatorio (soprattutto se l'intervento chirurgico ha provocato una perdita del patrimonio emoglobinico), i traumi, alcuni farmaci (per esempio vincristina).

Una causa di solito facilmente rilevabile di trombocitosi è l'emorragia acuta.

Altre volte la causa della trombocitosi non è rilevabile con la sola anamnesi per cui si rendono necessari esami di laboratorio.
E' il caso per esempio dell'anemia sideropenica: il trattamento della carenza marziale riporta, di solito, alla normalità la conta pastrinica in un paio di settimane.

Altra causa di trombocitosi reattiva sono le malattie infiammatorie: artrite reumatoide, polimialgia reumatica, panarterite nodosa, malattia intestinale cronica, cirrosi epatica, BPCO.

Altre due cause di trombocitosi reattiva sono le infezioni e le neoplasie.
Sono soprattutto le infezioni batteriche a provocare trombocitosi, raramente quelle virali.
Una trombocitosi è stata associata a vari tipi di neoplasie: prostatica, ovarica, vescicale, pancreatica, polmonare, etc.

Alcuni esami di laboratorio permettono di inquadrare il paziente e di diagnosticare una forma secondaria: emocromo, sideremia, ferritina, VES, PCR, fattore reumatoide, ANA, anticorpi anticitrullina, etc.

Qualora non si evidenzi alcuna causa apparente e la trombocitosi persista si deve porre il sospetto di trombocitosi essenziale: in questi casi è necessario procedere con un esame del midollo ed una consulenza ematologica per eseguire esami di secondo livello che permettano di differenziare la trombocitosi essenziale da altre patologie mieloproliferative.

Di solito le trombocitosi secondarie si risolvono con il trattamento della condizione di base. In alcuni casi di conta piastrinica molto elevata, pur in presenza di trombocitosi reattiva e soprattuuto quando la causa non è reversibile (per esempio neoplasia, BPCO) si può usare l'ASA a basso dosaggio per ridurre il rischio trombotico.


Renato Rossi




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