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Il feto diventa persona gia' durante il parto
Inserito il 04 agosto 2019 da admin. - medicina_legale - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Dalla rottura del sacco amniotico il feto diventa una persona a tutti gli effetti. Se il bambino muore durante il parto per asfissia perinatale dovuta a negligente e inadeguato controllo, l'ostetrica risponde per omicidio colposo e non per aborto colposo.
(Cassazione 27539/2019)

I fatti:
un' ostetrica è stata condannata a un anno e nove mesi di reclusione per omicidio colposo per negligenza e imperizia per aver omesso il monitoraggio cardiotografico, di non essersi quindi accorta della sofferenza fetale insorgente e della successiva cessazione dl battito cardiaco e aver impedito, cosi', che la sofferenza fetale fosse scoperta e che fossero adottate le manovre urgenti e indispensabili per scongiurare la morte del feto che avveniva pochi minuti prima dell' espulsione. Per questo motivo la donna e' stata dichiarata colpevole di omicidio e non, come si ipotizzava, di procurato aborto.

La Cassazione ha precisato che la rottura del sacco amniotico e'il primo segno di autonomia dell'essere umano nel ventre materno e che quindi, da tale momento in poi, il feto diventa una persona a tutti gli effetti.
Infatti, secondo la Corte, nel momento in cui il sacco amniotico si rompe, avviene il passaggio dalla vita uterina alla vita extrauterina e, di conseguenza, chi determina la fine di tale vita non risponde di procurato aborto ma di omicidio.
La Corte ha adottato tale criterio, come espressamente rilevato "ai fini della identificazione del minimum temporale della previsione normativo di omicidio-feticidio, abbandonando quello inizialmente indicato del momento del distacco del feto dall'utero materno, che non offriva riferimenti temporali sufficientemente precisi".

Sollecitati dalle parti, i giudici hanno anche avuto modo di chiarire che l'inclusione dell'uccisione del feto nell'ambito del reato di omicidio non comporta un'analogia in malam partem, non consentita dal nostro ordinamento bensi' una "mera interpretazione estensiva", che deve considerarsi pienamente legittima, anche considerando le norme penali incriminatrici.

Daniele Zamperini

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