Una lettera di autori cinesi pone il dubbio se un paziente guarito da coronavirus e con tampone negativo possa essere ancora contagioso.
Per convenzione si ritiene che un paziente con tampone positivo per coronavirus sia dichiarato guarito dopo che due tamponi orofaringei consecutivi hanno dato esisto negativo. Tuttavia gli Annals of Internal Medicine pubblicano una lettera di alcuni ricercatori cinesi che suggeriscono che il virus potrebbe persistere nella saliva e nelle feci per molti giorni dopo la negatività del tampone orofaringeo [1].
Gli autori descrivono quanto hanno evidenziato in 22 pazienti nei quali è stato ritrovato il virus nella saliva fino a 39 giorni dopo il risultato negativo del tampone; nelle feci la persistenza del virus poteva arrivare fino a 13 giorni.
Questi dati fanno nascere un dubbio: dopo che un paziente è stato dichiarato guarito sulla base di tamponi negativi è ancora contagioso e quindi può costituire una fonte misconosciuta di infezione? Per il momento non vi è una risposta e giustamente gli autori sottolineano che non è noto se l'aver ritrovato il virus nelle feci e nella saliva anche dopo la guarigione significhi automaticamente che il paziente è ancora infettante. Per questo ritengono necessari ulteriori studi che valutino questo aspetto con la raccolta di campioni in altre sedi corporee e la valutazione del rischio infettivo.
Questi caveat sono importanti: non è detto, infatti, che il virus ritrovato nella saliva e nelle feci dopo la guarigione abbia una carica tale da poter ancora essere infettante. Se fosse confermato che un paziente può essere contagioso anche dopo la guarigione clinica e tamponi orofaringei negativi bisognerebbe ripensare a quale strategia adottare prima di considerare terminata la quarantena per i soggetti SARS-CoV-2 positivi (sintomatici e non)
Renato Rossi
Bibliografia
1. Chen C et al. SARS-CoV-2 - Positive Sputum and Feces After Conversion of Pharyngeal Samples in Patients With COVID-19. Ann Intern Med. Pubblicato online il 30 marzo 2020.