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Coronavirus: attenzione ai falsi negativi del tampone
Inserito il 03 giugno 2020 da admin. - infettivologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La sensibilità del tampone naso-faringeo dipende molto dal timing di esecuzione.


L'esame più praticato per la diagnosi di infezione da coronavirus è il tampone naso-faringeo (basato sulla tecnica RT-PCR: Reverse-transcriptase polymerase chain reaction). Ovviamente la RT-PCR può essere praticata anche su altro materiale biologico, per esempio saliva, feci, liquido di lavaggio bronvoalveolare, sangue.
Per limitarci al tampone naso-faringeo va considerato che la sua performance può essere gravata da una percentuale non indifferente di falsi negativi.

In effetti si stanno moltiplicando le segnalazioni di pazienti che pur avendo sintomi caratteristici di COVID-19 (polmonite interstiziale dimostrata alla TC, dispnea, insufficienza respiratoria, etc.) presentano un tampone negativo anche in due occasioni.
In qualche caso, in cui il paziente è stato sottoposto a intubazione, il virus si è evidenziato nel liquido di lavaggio broncoalveolare (BAL).

Non si tratta di una novità. In precedenti occasioni questa testata ha recensito studi che sottolineavano come il tampone naso-faringeo possa avere una sensibilità non ottimale.
Questo può dipendere da vari fattori, non ultimi la non corretta tecnica di esecuzione del test e il timing cioè il momento in cui l'esame viene effettuato.

Uno studio ha valutato la sua sensibilità in relazione al momento in cui un paziente viene infettato [1].
Secondo questo studio la probabilità di un falso negativo è praticamente del 100% se il tampone viene effettuato il giorno stesso in cui il paziente si infetta, mentre è del 67% dopo 4 giorni.

Se il tampone viene effettuato il giorno di inizio dei sintomi (il 5° giorno dall'infezione) la percentuale di falsi negativi scende al 38%, dopo 8 giorni (3 giorni dall'inizio dei sintomi) scende ancora al 20%.

In seguito si assiste ad un comportamento controintuitivo: dopo il nono giorno la percentuale di falsi negativi tende ad aumentare fino al arrivare al 66% al 21° giorno.

Si possono trarre alcune conclusioni:

1) in caso di paziente con sintomi tipici un tampone negativo è probabilmente un falso e va ripetuto (anche più di una volta) a distanza di uno o due giorni

2) la massima sensibilità del tampone si ha dopo circa 8 gioni dall'infezione

3) dopo circa 3 settimane dall'infezione la sensibilità del test è bassa per cui prima di definire un paziente "libero" da coronavirus è necessario avere almeno due tamponi negativi eseguiti a distanza di qualche giorno l'uno dall'altro.


Renato Rossi


Bibliografia

1. Kucirka LM et al. Variation in False-Negative Rate of Reverse Transcriptase Polymerase Chain Reaction-Based SARS-CoV-2 Test by Time Since Exposure. Ann Intern Med. Pubblicato online il 13 maggio 2020.



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