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La febbre
Inserito il 27 dicembre 2020 da admin. - infettivologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La diagnosi differenziale delle sindromi febbrili.


Uno dei sintomi con cui più spesso deve confrontarsi il Medico di Medicina Generale (MMG) è la febbre.

Se essa è comparsa improvvisamente in un soggetto in buona salute la causa più probabile è una infezione virale: virosi respiratorie, mononucleosi, citomomegalovirus, SARS-CoV-2, etc.
La diagnosi spesso è evidente sulla base dei sintomi e/o segni: faringotonsillite, associata ad adenopatia cervicale e talora epatosplenomegalia nelle sindromi mononucleosiche, sintomi respiratori nelle comuni virosi. Nelle infezioni da SARS-CoV-2 la differenziazione rispetto ad altre virosi richiede l’esecuzione di un tampone naso-faringeo.
Una febbre insorta acutamente può dipendere anche da una infezione urinaria: soprattutto nei bambini piccoli e negli anziani i sintomi ed i segni di interessamento dell’apparato urinario (dolore al fianco, disuria, pollachiuria, etc.) possono mancare e sono spesso presenti segni generali (confusione, sonnolenza, anoressia).

In alcuni casi una febbre acuta può essere causata da una malattia grave o potenzialmente tale: meningite, polmonite, sepsi, ascesso faringeo, pielonefrite, leptospirosi, appendicite, diverticolite, etc.

E’ necessario ricercare segni di allarme: rigidità nucale, stato confusionale, grave compromissione generale, soffio cardiaco di nuovo riscontro, aritmie, ipotensione, tachicardia, shock, dolore toracico, emoftoe, dispnea, ipossiemia, dolore addominale, rettorragia, sonnolenza, petecchie o porpore, ittero, recenti interventi di chirurgia maggiore.
In questi casi o comunque se l’aspetto del paziente è molto sofferente conviene richiedere il ricovero o una valutazione urgente in Pronto Soccorso.


Nel caso di febbre persistente o ricorrente la causa è più raramente virale (mononucleosi o sindromi simili), mentre vanno considerate altre ipotesi: neoplasie, malattie reumatiche e connettiviti, malattie infiammatorie intestinali croniche, ascessi occulti (per esempio addominali o cerebrali), infezioni urinarie croniche.
Altre cause più rare da valutare in caso non si arrivi ad una diagnosi sono (elenco non esaustivo): malaria, toxoplasmosi, brucellosi, TBC, infezioni da spirochete (per esempio malattia di Lyme, sifilide), virus epatitici, AIDS, neoplasie ematologiche (linfomi, plasmocitoma, leucemie).

Gli esami di prima scelta nel caso di febbre persistente e/o ricorrente sono: glicemia, creatinina, emocromo con formula, esame urine, urinocoltura, VES e PCR, AST e ALT, GammaGt, fosfatasi alcalina, test sierologici per virus epatici, mononucleosi, citomegalovirus, HIV, autoanticorpi (Fattore Reumatoide, anticorpi anticitrullina, anti-DNA, etc.), emocoltura, radiografia del torace.

Se non sia arriva alla diagnosi è necessario approfondire gli accertamenti: ricerca del plasmodio malarico (se anamnesi positiva per viaggi in paesi a rischio, anche se non recenti), coprocoltura, VDRL, Quantiferon, calprotectina fecale, sierologia per toxoplasma.
Talora, a seconda dei casi, sono necessari ulteriori esami radiologici: TC seni paranasali, ecografia addominale/pelvica, ecocardiogramma (nel sospetto di una endocardite), TC torace/addome, RM, esami endoscopici.

Nel caso la febbre persista da molti giorni e/o il paziente sia in cattive condizioni generali o presenti fattori di rischio (recente diagnosi di neoplasia/terapia antiblastica, neonati e lattanti, comorbilità importante, etc.) e/o non si riesca ad espletare gli accertamenti in tempi brevi è opportuno ricorrere al ricover.

Va, per ultimo, ricordato che esiste anche la febbre da farmaci: l’elenco è lungo, è opportuno controllare le schede tecniche dei farmaci assunti (anche OTC).



Renato Rossi










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