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CIO’ CHE E’ SCRITTO, E’ CERTAMENTE VERO |
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Inserito il 20 ottobre 2022 da admin. - professione - segnala a:
Tutti i medici lamentano che i pazienti si sentano tutti "quasi medici" e diano retta alle balle di Internet piu' che al proprio medico. A Collerotto (anni 70-80) ci si difendeva come possibile...
Era raro vedere il dott. Casimiri venire al Bar dello Zozzo, non perchè si sentisse superiore, in fondo viveva delle persone che lo frequentavano, ma perchè pur essendo solo un medico della mutua non amava l’ affollamento della gente. Di solito tutti cercavano di scroccargli consigli fuori orario o cercavano di impicciarsi dei fatti degli altri, e questo non gli andava… Oltretutto non era neanche interessato a procurarsi clienti nuovi.
Discrezione era il suo motto e per questo cercava di non farsi vedere troppo spesso al bar, ma era evidente che quel giorno non aveva resistito.
Entrò sparato come un fulmine e venne a sedersi davanti a me, sulla sedia delle confessioni. Cosa è? Beh, poi ve ne parlo.
Rimase in silenzio qualche secondo, ordinò un “caffè speciale” e alla fine sbottò: “Sachem, tu ci credi alla Medicina senza Medicine?”
La domanda era ostica ma per fortuna non era davvero richiesta una risposta.
“ Io curo la gente con le medicine ma odio anche la somministrazione di farmaci non necessari, odio dare sostanze chimiche a persone che non ne hanno bisogno ma che le chiedono sotto la spinta della pubblicità e degli usi sociali”.
Lo confesso, la mia curiosità aumentava, ma sapevo anche che è inutile pungolare Casimiri, bisogna aspettare che si decida da sè.
“ Oggi ho visitato Carlini, quello della merceria. Te lo ricordi, quello piccolo, segaligno, nervoso e sempre scattante, di mezza età, sportivo e sano come un pesce...”.
“ E allora?”
“ Bè, sapeva che mi occupo anche dei disturbi sessuali maschili, ed è venuto a chiedermi farmaci per l’ impotenza. Ormai lo fanno tanti, ma io non li dò come caramelle. Perchè, gli ho chiesto allora, hai bisogno di questi farmaci?”.
“ Dottò, sono diventato impotente! Perchè, se no, sarei venuto?”
“ Ma vede, Carlini, la cosa va approfondita un attimino, i casi di cosiddetta impotenza non sono tutti uguali. Spiegami, ad esempio, come si manifesta la tua: non ti si drizza? Si drizza ma cede subito? Rimane semirigido e non riesci ad entrare? Hai bisogno di stimoli particolari?”.
Carlini diventa rosso.
“ No, dottò, è solo che da un anno non riesco più a fare sesso con mia moglie come facevo prima! Mi spiego: io fino a un anno fa io espletavo le mie funzioni fisiologiche tutti i giorni: andavo di corpo e facevo sesso (smorfia di disgusto di Casimiri all’ accostamento”funzionale”). Ora non ci riesco più: qualche volta sì, qualche volta no...”.
“ Ah, ma allora qualche volta ci riesci!” “ E certo, Dottò!”
“ E quante volte?”
“ Bè, diciamo al massimo, ma proprio al massimo, due volte la settimana...”
“ Allora - continua a raccontare Casimiri - prendo un’ aria pensierosa e meditabonda. Mi concentro profondamente e gli dico:
“ Quindi, caro Carlini, Lei mi dice che compie un atto sessuale diciamo due volte la settimana”
“ Beh, sì, dottò”
“ E vanno bene, fino alla fine?”
“ Quasi sempre, dottò!”
“ E quanti anni hai?” Lui mi dice l’ età e io, sempre con aria profondamente concentrata, prendo un librone poggiato sulla mia scrivania e comincio a sfogliarlo. Giro le pagine, ne consulto una, poi ne cerco un’ altra, scorro col dito qualche riga, concentrato nella lettura.
Sto in silenzio ancora per un pò, poi sentenzio:
“Questo libro, scritto dai più importanti specialisti, ci dice che la frequenza normale dei rapporti alla tua età è di uno ogni 7 – 10 giorni, normale fino a 15 giorni”.
Carlini mi ascoltava attentissimo.
“Tu, Carlì, fino all’ anno scorso avevi un rapporto al giorno, ora ne hai uno ogni 3 giorni”.
A questo punto mi sono sporto in avanti e l’ ho guardato profondamente negli occhi: “Carlì, non è che stai diventando impotente, E’ CHE SEI ANCORA TROPPO SUPER!!!.”.
Mi ha guardato basito, ha boccheggiato, ha balbettato qualcosa poi è uscito stralunato. La moglie aspettava fuori, li ho visti parlare, lui era tutto animato, lei aveva un sorriso fino alle orecchie. Mi sa proprio di averla alleggerita di un compito immane... Li ho visti andar via, felici e soddisfatti, e ho pure evitato la somministrare medicinali inutili”.
Un sospiro, Casimiri si appoggia alla spalliera, sospira ancora e finalmente si decide
“Il bello della storia è che mi ero inventato tutto: quel libro, in realtà, non c’entrava niente, era solo un ricettario di cucina che stava lì per caso. Cosi' ho ripassato la ricetta della Matriciana. Però il libro era grande, con la copertina rigida e l’ aria così importante che non ho resistito. Ho pensato che se quello che dicevo io, semplice medico della mutua, veniva poi confermato da qualche grande autorità, sarebbe stato molto piu’ convincente. E allora ho fatto la sceneggiata...
Sachè, volevo dimostrarti come stanno andando le cose: la gente tende a credere alle cose scritte, pure alle stupidaggini, più che al proprio medico!
Mah! A pensarci bene facendo l’ istrione ho mentito ad un mio assistito, poi l’ ho pure raccontato a te, che non sei medico. Ho violato un sacco di regole. Tu che dici, Sachè, corro rischi legali? “.
Restiamo un attimo in silenzio.
“ Io, grande Sachem, - rispondo con la voce profonda del saggio capo indiano - ammiro molto questo uomo della medicina e suoi incantesimi… " Prendo fiato e riprendo, ieratico e imperativo: "Magari potrebbe pure cambiare mestiere e fare l’attore, ma se vuole fare ancora lo stregone e mantenere la discrezione sulle sue violazioni deve assolutamente somministrarmi una pozione che offusca memoria e paralizza la lingua: un bicchierino di brandy, quello buono, per esempio.
E, già che ci siamo, Casimì, aggiungi un campione omaggio di Viagra, che non si sa mai...”.
“Al Bar dello Zozzo” – Daniele Zamperini – 2020 Titolo originale del racconto: "Se lo dice la scienza..."
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