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ARRIVA LA LEGGE - Parte 1 - Il pioniere |
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Inserito il 20 dicembre 2023 da admin. - professione - segnala a:
Collerotto stava diventando una borgata “importante”, commentavamo tra noi. Lo dimostrava il fatto che stavano aprendo addirittura uno studio legale.
Da qualche giorno una squadra di muratori lavorava di fronte all’ edicola ad un appartamento al piano rialzato con ingresso diretto dalla strada. Si spostavano porte e si intonacavano muri.
Di per sé questo non diceva nulla, ma uno dei muratori aveva raccontato di aver spostato una pila di roba e averci trovato una targa “Studio Legale Gianciotti”. Poi cominciarono ad arrivare i mobili, classici, vecchiotti, visibilmente usati ma con velleità di nobile eleganza.
La borgata nel suo complesso se ne infischiava, ma i “notabili” del Bar al contrario avevano drizzato le antenne. Ancor di più quando il titolare dello studio, un giovialone sovrappeso, venne a presentarsi al bar offrendo la consumazione a tutti. Fu un errore, lo capì solo dopo.
“ Timeo stronzos donos portantes” sibilò Bruno, che non era mai stato forte in latino. “ Timeo Danaos et dona ferentes”; non resistetti all’ impulso di correggere la storpiatura rimediandoci un calcione sotto il tavolo. Non c’è niente da fare, è più forte di me… “Nun rompe, Sachè, il senso lo capiscono tutti: sta attento a chi te fa regali senza esse nemmeno parente”. “ Ferentes, Brù, non “parentes”, comunque sì, il senso è quello”. Schivai il secondo calcione… Il giovialone era ormai arrivato alla nostra altezza, distribuendo biglietti da visita a tutti. Ne diede uno anche a me dove lessi “Dott. Gianfranco Gianciotti, Procuratore Legale”. Mi chiesi di sfuggita che differenza ci fosse tra un Avvocato e un Procuratore Legale, ma decisi di rimandare a più tardi la questione: ero preso dal discorsetto del medesimo agli altri frequentatori del Bar:
“ Sono lieto di comunicare agli abitanti del quartiere che è stato aperto uno studio legale – pausa ad effetto – il MIO studio legale, che potrà occuparsi di tutte le problematiche connesse con il nostro complicatissimo sistema legale. – si volse verso Bruno – problematiche fiscali o catastali connesse agli immobili – poi si voltò verso Casimiri – problematiche civili o penali per complicazioni mediche – si voltò verso il gruppo di Canarine che stavano facendo colazione – o per questioni di foglio di via, di residenza irregolare, per (diciamo così) rapporti interpersonali irregolari. Tutti, insomma, potranno rivolgersi al sottoscritto con piena soddisfazione!”.
Si guardò in giro tutto tronfio, senza accorgersi degli scongiuri che le Canarine, come pure Casimiri, stavano facendo sotto il tavolino. Si avviò alla cassa e pagò con un sussulto il conto piuttosto salato che comprendeva tutto quello che gli avventori, visto che era gratis, si erano affrettati ad ordinare durante il discorsetto. Poi se ne andò, lasciandoci che ci guardavamo perplessi, interrogandoci silenziosamente.
Tornò il giorno dopo, ma stavolta si limitò ad offrire un caffè al gruppetto degli “anziani”. Il giorno dopo ancora ordinò un caffè per sè stesso, poi non si vide quasi più.
Il problema era che non ci aveva fatto una grande impressione per cui avevamo sguinzagliato Colantonio, detto Naso, quello che sapeva fiutare e scoprire gli affari di tutti. Bellini, che gestiva l’ edicola lì di fronte inoltre sorvegliava con attenzione, ma riferì di non aver visto nessun abitante della borgata presentarsi dall’ avvocato.
A dire la verità dopo qualche giorno un certo movimento cominciò a manifestarsi. Un movimento strano, però. A orari variabili, ma generalmente coincidenti con il buio della sera, una utilitaria parcheggiava a pochi metri dal portoncino dello studio e ne scendeva una irriconoscibile figura femminile che trovava il portoncino aperto e si intrufolava dentro. Non sfuggì il fatto che dal comignolo cominciavano ad uscire volute di fumo, segno certo che era stata accesa la fiamma del caminetto. Né sfuggì che l’ utilitaria della misteriosa signora ripartiva ai primi chiarori dell’ alba, mentre la borgata ancora dormiva.
“ Tutto fumo, ma chissà come sarà l’arrosto!” Faceva Teodoro, esibendo la sua abilità sui doppi sensi. “ Sì – faceva Bellini – tante storie, poi si riduce tutto ad uno scannatoio di borgata”. Bellini stava imparando il gergo locale ed esibiva i suoi progressi, consapevole che parlando di Garconniere non l’ avrebbe capito nessuno.
E così la voce del declassamento dello studio si diffuse in giro, e indusse anche i pochi volenterosi a lasciar perdere. Lo studio si trascinò così, stancamente, privo di clienti paganti e frequentato unicamente di sera, fuori orario. E la cosa indispettiva non poco le Canarine, che cominciavano a temere l’ invasione di “forze estranee” nel loro settore. Era un timore ingiustificato, dato che Colantonio assicurava che si trattava sempre della stessa donna con la stessa macchina.
Piano piano la borgata si dimenticava dell’ Avvocato (perchè Procuratore Legale non lo capiva nessuno) e nessuno sembrava avere bisogno dei suoi servigi. Tutti legalmente in regola, sembravano gli abitanti di Collerotto. L’ avvocato tornò un paio di volte al bar e lì il Sachem si impietosì e decise perfino di offrirgli il caffè, ma neanche questo servì ad attirare un po’ di clientela nello studio.
La svolta avvenne un lunedì, allorché l’ avvocato andò a presentarsi alla caserma dei Carabinieri con un vassoio di bignè al fine evidente di rinnovare la conoscenza col Maresciallo Parrocchi e ingraziarselo a fini utilitaristici.
In quel momento il maresciallo era impegnatissimo a fare l’ ennesimo predicozzo a Paoletti, detto Mandrago. L’ argomento era un’ anziana che si recava al Centro Diabetologico locale per le analisi di controllo e che, scendendo dall’ autobus era stata spinta da un tipo su un motorino che le aveva sfilato dal braccio la busta di plastica, tipo supermercato, contenente il portafogli con i soldi, il biglietto della corriera e altri effetti personali
Siccome Mandrago era un vero specialista del genere (tra Mandrake e un Drago, da cui il soprannome) e oltretutto era stato più o meno descritto dalla donna, Parrocchi non aveva avuto dubbi nel convocarlo, e stava cercando di inculcargli l’ idea che doveva piantarla con quelle bravate e che se l’ anziana avesse miracolosamente ritrovato il borsellino con i soldi e i biglietti della corriera, magari per questa volta non avrebbe sporto denuncia.
L’ Avvocato capitò in quel momento e prese al volo la possibilità di acquisire un cliente e farsi un nome in borgata: con fare pomposo si intromise nella conversazione, rimarcò la mancanza di prove dirette, sottolineò che Mandrago magari passava di lì per caso, poi arrivò perfino (e questo fu l’ errore fondamentale) ad insinuare un’ azione legale verso i Carabinieri per arresto ingiustificato, ignorando i gesti disperati di Mandrago che cercava di farlo tacere.
Bé, Parrocchi non era tipo da farsi intimidire: alla fine dell’ arringa guardò freddamente Gianciotti, respinse via con la mano il vassoio dei bignè e chiamò l’ appuntato Caselli per predisporre il verbale con l’ accusa di furto con destrezza nei confronti di Mandrago.
L’ intera borgata ride ancora dei termini del verbale: “ Derubava la denunciante della borsa contenente 1) una banconota da lire mille 2) un biglietto dell’ autobus da lire 150 3) una bottiglietta di approssimativi 50 cc. contenente urina della medesima destinata alle analisi cliniche”.
Gianciotti se ne andò sconsolato, rischiando pure di essere aggredito da Mandrago; qualcuno gli tirò dietro un bignè e alla fine gli penetrò nel cervello la vaga idea che il suo approccio alla borgata non aveva fatto una grande impressione, che forse il suo arrivo lì era stato un errore e che avesse bisogno di rivedere la situazione.
Aveva bisogno di rinforzi…
(continua, con l'evoluzione dello studio legale)
“Noi, quelli del Bar dello Zozzo” Daniele Zamperini 2020 Matite di Roberta Floreani
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