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UN QUASI DELITTO A COLLEROTTO |
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Inserito il 31 gennaio 2024 da admin. - professione - segnala a:
Tebaldo (detto Baldino) lavorava come medico sostituto in un ambulatorio della mutua in borgata. Spesso il titolare lo chiamava per andarsene in ferie qualche giorno ma pretendeva da lui una sostituzione completa, a orario pieno, pure di notte. Non era una novità, quindi, vederlo passare al bar la mattina presto per riprendere energie con un cattivo caffè e una montagna di zucchero. Quella mattina però era un pò diverso, stralunato.
" A Sachè - mi ha fatto - ho proprio bisogno di un consiglio, non so cosa fare.".
Annuisco con un breve e ieratico cenno del capo...
"Vedi, stanotte m' hanno chiamato per una visita domiciliare urgente, la sora Cesira, la solita, quella che abita nella valle, quella che chiama il dottore co ‘na scusa, per fare due chiacchiere e magari regala pure qualche prestazione extra. La conosci, no? Bè certo, la conoscono tutti. Insomma stavo lì a far finta di fare il medico quando sento un gran rumore per strada e qualche botto che sembrano petardi. Mi sono affacciato... sì, sì. lo so che non si fa, ma non ho resistito. C'era una vecchia macchina, un mezzo rottame che cercava di correre ma procedeva a zig-zag sbandando da un lato all' altro della strada perchè c’aveva una delle gomme davanti a terra. Zigzaga di qua, zigzaga di là va ad abbracciare un palo, uno di quelli di cemento. Uno schianto! Dalla macchina esce di corsa un giovanotto che non si ferma neppure per guardare i danni: si mette a correre e si arrampica su un terreno incolto che va sulla collina.
Solo allora mi rendo conto che dietro di lui c'era una torma di gente, ci doveva essere mezzo Collerotto.
Correvano tutti schierati, con un silenzio e una concentrazione che faceva paura. Occupavano tutta la carreggiata, uomini e donne e ragazzini, tipo il quadro del Quarto Stato, quello... bè lo conosci. Qualche metro davanti alla turba correva, da solo, un uomo che urlava e agitava una pistola e ogni tanto sparava un colpo per aria. Sono arrivati sotto alla finestra e poi, arrivati al terreno incolto, il capoturba (diciamo così) ha proseguito per la collina accompagnato da pochi compari mentre la maggior parte del gruppo rimaneva sulla strada, in attesa. Si sono sentiti ancora un paio di spari in lontananza, poi basta. Sono rientrato dentro cercando di non farmi vedere e sono andato via dopo un' oretta, quando la folla si era dispersa. La mia macchina, per fortuna era sana e salva, parcheggiata di sotto. Ora non so cosa fare, Sachè, devo andare dai Carabinieri? Dovrò testimoniare? Che faccio?”.
Io taccio, con aria di superiore saggezza, tanto avevo visto il Maresciallo Parrocchi che stava entrando nel bar. Era logico: impossibile escludere dalle indagini il Bar dello Zozzo! " Maresciallo - faccio con aria cordiale - posso offrirle un caffè? Come mai da queste parti?" " Mah! mi risponde - qualcuno dice che stanotte nella valle c'è stato un pò di movimento. Siamo andati a controllare ma alla fin fine, a quanto si vede, si riduce tutto ad una macchina che ha preso un palo! I testimoni, quelli che abitano lì dicono che non è successo niente, nessuno ha visto niente, nessuno ha sentito niente. Voi ne sapete qualcosa?".
Sia io che il dottorino scuotiamo la testa con l' aria ingenua di "non-sappiamo-proprio-di-che-cosa-si- parla".
"Bè - fa il maresciallo guardandoci con l' aria allusiva del falso stupido - il mio naso mi dice che si è trattato di una faccenda di corna: il marito trovando un giovanotto a letto con la moglie, ha dovuto dare dimostrazione del suo ruolo, una dimostrazione pubblica, far sapere a tutti che lui è un uomo duro, che con lui non si scherza. Però il mio naso mi dice pure che in realtà non è successo niente di grave: il giovanotto e’ riuscito a scappare, ha lasciato stamattina il lavoro ed è sparito dalla circolazione, dicono abbia cambiato città; i due sposati, dopo una lite furibonda, non si mollano, sono troppo legati: le cose si sono concluse così, senza strascichi. A voi risulta?".
Io e il dottorino annuiamo con forza. se lo diceva il naso del Maresciallo!
La cosa finì effettivamente così: il dottorino pretese dal medico titolare un compenso extra per il servizio notturno, si sparse la voce (ci pensò la sora Cesira) che lui aveva visto ma non aveva parlato per non mettere nei guai nessuno per cui ci guadagnò in prestigio in tutta la borgata.
Io presi un caffè insieme a Colantonio lodandolo per il suo equilibrato intervento.
Colantonio, detto Naso: il naso del maresciallo, naturalmente!!!
Da “Al bar dello Zozzo” – Daniele Zamperini – 2020 Matite di Roberta Floreani
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