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NON DISIMPARIAMO COME SI STUDIA
Inserito il 31 agosto 2023 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Il computer, il Web e ora l’ Intelligenza Artificiale (IA) hanno rivoluzionato le tecniche di studio e di apprendimento.
L’ aspetto piu’ appariscente e’ quello che, attualmente, gli studenti rifuggono dall’ apprendimento mnemonico in quanto, ritengono, le informazioni utili sono facilmente e senza sforzo repeibilli su web con le piu’ banali attrezzature.

Questa opinione non e’ del tutto peregrina perche’ e’ palese come la parte nozionistica dell’ apprendimento costituisca la prima parte (e spesso la fondamentale) di ogni processo intellettivo, specialmente se finalizzato a situazioni pratiche. Di conseguenza avere a disposizione tutti i dati di base consente agli studenti poco studiosi di ritenere di poter risolvere ogni problema.

Va tenuto conto pero’ di un aspetto che differenzia nettamente e profondamente l’ apprendimento ottenuto tramite nozioni ottenute, rapidissimamente, dal web, da quello ottenuto invece dai libri: mentre il primo fornisce per la maggior parte informazioni “brutali”, non filtrate ne’ interpretate, il secondo metodo (quello classico) fornisce dati sottoposti al vaglio preventivo dell’ autore del testo, favorendone l’ assimilazione e la rielaborazione.

Si apre un vastissimo capitolo: e’ ovvio che parlando di libri ci si riferisce all’ opera di autori “seri” per libri di intento didattico, non di libercoli pubblicati tanto per pubblicare, per guadagno o per sete di notorieta’. Ne riparleremo…

Diversi studi hanno evidenziato gia’ da molti anni alcuni aspetti importanti del meccanismo dell’ apprendimento:
studi effettuati sugli studenti italiani evidenziarono ad esempio come la memoria non sia direttamente collegata ai risultati scolastici, in quanto studenti meno dotati dal punto di vista mnemonico ottenevano risultati in genere migliori utilizzando aspetti diversi della loro capacita’ e relegando alle mnemotecniche un generico ruolo ausiliare, che aiutano a ricordare date e nomi ma non per individuare e memorizzare i punti salienti di un testo o di un problema, imparati con ragionamenti e collegamenti.

Non sembrava utile riassumere per iscritto il contenuto di un testo durante la lettura o la fine del capitolo basandosi solo sulla memoria, se non si riesce invece a formarsi un’immagine mentale di quanto studiato.
Non sembrava efficace neppure leggere ad alta voce o insieme ad altre persone; puo’ essere utile magari farlo in un secondo momento, per rielaborare e casomai discutere.

Date le premesse, le tecniche piu’ efficaci sembravano basate essenzialmente sulla rielaborazione ragionata di quanto studiato, puntualizzando i concetti salienti ripetendoli mentalmente alla fine dello studio, fissando le idee guida con annotazioni o diagrammi lungo il testo o richiamando alla mente il materiale con trucchi mnemonici: Portare con se’ i testi anche in occasioni in cui si sa gia’ che non verranno consultati: il solo fatto di averli sempre con se’ obbliga un piccolo angolo della mente a tornarci sopra e a ragionarci un po’.

In sintesi, comunque, resta valido il principio che il ragionamento si basa sulla rielaborazione delle nozioni apprese, per cui delegare totalmente la memoria a meccanismi esterni, che forniscono dati senza permetterne la rielaborazione, appare potenzialmente dannosissimo.

Questo aspetto si mostra ancora piu’ preoccupante quando viene delegata alla macchina, oltre alla memoria, anche la rielaborazione “ragionata” delle nozioni. E’ evidente che una persona istruita sull’ argomento delegato alla macchina potra’ essere in grado di sfruttarne le capacita’ e le opportunita’, ma lo stesso procedimento affidato ad un controllore profano rischia di essere usato in modo “acritico”, potenzialmente assai dannoso.

Ad esempio sappiamo che una delle conseguenze più preoccupanti dell’ uso estensivo di Internet è la Cybercondria: decine, forse centinaia di migliaia di persone che vivono semplici disagi psico-fisici vengono trasformati da Internet in malati.
La sottile linea d'ombra è proprio nella creazione di nuove malattie: Internet deve essere un nostro strumento non il nostro padrone…

Le nuove tecniche, quindi, non devono essere utilizzate ne’ per esimersi dalle necessita’ e dalle fatiche dell’ apprendimento, ne’ per delegare alla macchina decisione che non le competono. Dobbiamo imparare a dominare la tecnica, o questa ci schiaccera’.

Daniele Zamperini

http://www.oxforddictionaries.com/definition/english/cyberchondriac
Psicologia contemporanea n.159-2000.

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