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Autismo e neuroarchitettura - Parte seconda
Inserito il 30 settembre 2023 da admin. - psichiatria_psicologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

PARTE SECONDA
Contributo architettonico
“I cambiamenti ambientali mutano il cervello e quindi modificano il nostro comportamento”
Fred Gage
Neuroscienziato

Tra i tanti obiettivi perseguibili ci si è focalizzati sul coinvolgimento della famiglia e nello specifico la promozione di esperienze di autonomia abitativa e sociale che possa alleggerire il carico familiare e al tempo stesso rendere il proprio spazio abitativo a misura dei bisogni dei bambini affetti dal disturbo.

Nell’architettura per l’autismo la progettazione deve tener conto delle diverse difficoltà che ogni individuo può presentare che non è mai uguale all’altro, incorporando quindi la capacità di saper progettare per un range di esigenze che può accumunare più individui possibile.
Gli ambienti devono non solo essere flessibili, adattabili, personalizzabili, sicuri e manutenibili , ma devono stimolare le abilità percettive e aiutare l’uso dello spazio. La conformazione e le caratteristiche degli ambienti hanno delle componenti fondamentali, che sono: odine e semplicità, materiali, colori, tecnologia, illuminazione e acustica.

Il focus del progetto si basa sulla visione di: vivibilità, accessibilità e adattabilità dello spazio. Contribuire al miglioramento non solo della crescita e dei progressi per le persone con Disturbo nello Spettro dell'Autismo ma dare un supporto anche ai genitori che affrontano molte sfide che gli si presentano nel corso della crescita di un figlio con DSA.
I genitori saranno i primi a dover imparare a relazionarsi con quest’ultimi e progettare una stanza multisensoriale capace di creare spazi di relazione, spazi di gioco o semplicemente far sì che riescano autonomamente a vestirsi sono dei piccoli passi verso per quanto sia possibile una vita più serena.

La grandezza della stanza permette di muoversi liberamente senza mai incorrere in ostacoli. Di conseguenza non vi sono notevoli sovrapposizioni tra gli individui, gli oggetti e le azioni. Anzi, nel momento in cui si decide quale funzione svolgere non si ha alcun problema nel compierla.
Lo spazio di relazione che intercorre invece tra uomo e oggetto è utile per l’apprendimento e lo sviluppo cognitivo del ragazzo.

Lo studio e la progettazione dei singoli arredi multisensoriali hanno vari scopi specifici definendo così una serie di arredi capaci di stimolare i bambini con Disturbo nello Spettro dell’Autismo. La luce naturale è data da un’unica finestra, mentre le luci artificiali sono anche integrate negli arredi con funzione sia di illuminazione che di sviluppo cognitivo e comunicativo.

Tutte le pareti sono insonorizzate, soluzione adottata per isolare la stanza e diminuire al minimo qualsiasi tipo di inquinamento acustico proveniente dall’esterno che può disturbare la quiete del ragazzo. Tutto il rivestimento è di colore bianco, scelto sia per la sua capacità di limitare al minimo eventuali fastidi visivi, sia per sfruttare al massimo l’illuminazione artificiale, che, quando accesa riesce a trasferire il colore anche sulle pareti bianche.
Tutta la superficie del calpestio è ricoperta da parquet per le sue proprietà di: isolamento termico, isolamento acustico e miglioramento della qualità della vita, dato che vivendo in un mondo caotico e realizzato interamente in cemento un elemento naturale come il legno non può che creare benessere e serenità. Le forme arrotondate e sinuose sono state predilette nella sezione di gioco donando all’ambiente un aspetto accogliente e armonioso aggiungendo movimento al design della stanza ispirandosi alla corrente di pensiero del Decostruttivismo che fa di forme e strutture libere i punti cardini della sua architettura. Ondulazioni, pieghe e curve rendono un edificio o ancora più un arredo qualcosa che va al di là della sua funzione, un’espressione estetica di grande impatto.

La stanza è suddivisa in due macro-aree: la zona per lo sviluppo ludico - ricreativo e la zona per lo sviluppo cognitivo e integrativo. Entrambe vengono vissute contemporaneamente senza creare nessuna soluzione di discontinuità. La planimetria risulta fluida nei collegamenti e molto efficace nel trovare una sintesi tra esigenze architettoniche, funzionali e stilistiche.

- La progettazione dello spazio ludico-ricreativo permetterà al bambino di utilizzare il gioco come terapia e quindi di svolgere attività che producono una stimolazione adeguata ai vari aspetti della sensorialità ma anche favorire la condivisione e la comunicazione verbale. Il gioco permetterà di ridurre gli interessi e i comportamenti restrittivi e stereotipati, ampliando così le attività a cui il bambino può essere interessato e da cui può trarre piacere. La sezione di gioco in senso educativo e riabilitativo è l’obiettivo della progettazione dello spazio ludico-ricreativo.

Ciò significa che il bambino riconosce ed identifica visivamente dove si gioca: uno spazio circoscritto privo di distrattori, comodo e confortevole. Gli arredi che compongono lo spazio tengono conto dei momenti attentivi e motivanti (esempio: usufruendo della sensorialità, forme, colori, oggetti in movimento, suoni, ecc.) prevenendo così quelli di stanchezza e/o eventuali comportamenti problema, aiutando a costruire una routine sociale.

- La progettazione dello spazio comunicativo-integrativo che permetterà al bambino di distinguere lo spazio fisico e strutturale dalla sezione di gioco, soffermandosi a lavorare sullo sviluppo dell’autonomia, della comunicazione e delle reazioni comportamentali usufruendo della sensorialità e degli arredi strutturali che inducono ad uno spazio didattico e percettivo, non solo in base alla relazione tra gli oggetti stessi ma anche tra persona e oggetto.
Questa relazione deriva dal processo di prossemica, ovvero la relazione che intercorre tra il linguaggio del corpo, empatia e intelligenza emotiva rispetto agli oggetti, permettendo di entrare in relazione con l’ambiente circoscritto e i partner (esempio: famiglia, amici, operatori sanitari, ecc.) facilitando la comunicazione

Dr.ssa Vincenza Alfano - Pschiatra e Neurologo
Dr.ssa Annamaria Ascione - Psicologo Clinico - Psicoterapeuta
Arch. Erika Esposito - Interior Designer


- CENNI BIBLIOGRAFICI
1)Harry F. Mallgrave - A Gattara (A cura di) - L'empatia degli spazi. Architettura e neuroscienze Raffaello Cortina Editore, 2015
2) Tommaso Filighera - Alessandra Micalizzi - Psicologia dell'abitare. Marketing, architettura e neuroscienze per lo sviluppo di nuovi modelli abitativi - Franco angeli 2018
3) Tample Grandin . Il Cervello Autistico - Adelphi - 1995

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