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Sanità nella fantascienza
Inserito il 30 dicembre 1999 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



22.11.1999
In un numero speciale del British Medical Journal
Gli ospedali del futuro somiglieranno un po' a un set cinematografico di fantascienza. Così almeno affermano molti dei luminari della medicina riunitisi l’11 novembre scorso a Londra per discutere dell’evoluzione di medicina e tecnologia. I loro interventi saranno raccolti in un numero speciale del British Medical Journal di imminente pubblicazione e disegneranno uno scenario già futuribile.
Secondo Richard Smith, direttore del BMJ, la medicina cambierà più nei prossimi vent’anni di quanto abbia fatto negli ultimi duecento, riferendosi con questo non solo alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali ma anche alle possibilità di cura scaturite dalle recenti ricerche. Secondo Smith, il mappaggio dell’intero genoma umano, l’uso della terapia genica e le prospettive offerte dagli xenotrapianti cambieranno radicalmente l’approccio terapeutico, mentre i progressi nel campo della tecnologia digitale e dello sviluppo dei sensori forniranno strumenti di diagnosi più rapidi ed efficaci.
Saranno vere e proprie barriere di sensori ad accogliere i pazienti all’ingresso degli ospedali, monitorando in tempo reale la presenza di agenti patogeni, dopodiché il paziente si troverà a interagire con una reception dove le ingombranti cartelle cliniche saranno state sostituite da file personalizzati contenenti informazioni persino sul genoma del soggetto. Quindi, un primo screening dello stato di salute generale sarà effettuato attraverso uno smart sensor che provvederà alla registrazione delle funzioni vitali e infine il paziente sarà trasferito nell’unità di ricovero, qualcosa di molto più complesso di un semplice letto.
È proprio su questo punto che i medici premono di più, auspicando a breve la diffusione di letti trasformabili rapidamente in unità di terapia intensiva. Quando tutte le stanze saranno convertibili in piccole unità di cura non ci sarà più bisogno di spostare i pazienti in stanze comuni dove possono contrarre infezioni afferma Charles Wilson dell’Institute for the Future, in California. Wilson ritiene che questo scenario sia altamente probabile entro i prossimi dieci o vent’anni, e spiega che molte delle innovazioni auspicate in realtà sono già realizzabili.
Il letto speciale, per esempio, è stato costruito anni fa dall’esercito statunitense per interventi sul posto e sta cominciando a essere diffuso negli ospedali della California. Di sicuro, affermano gli esperti, le nuove installazioni saranno difficoltose nelle strutture ospedaliere costruite molto tempo fa, ma ritengono che il progresso esponenziale della tecnologia aiuterà se stessa a superare anche queste difficoltà di integrazione.
Le Scienze www.lescienze.it

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