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GUIDA ALLA PROFESSIONE DI MEDICO |
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Inserito il 11 ottobre 2023 da admin. - professione - segnala a:
Il testo di questa pillola è stato tratto dal libro: GUIDA ALLA PROFESSIONE DI MEDICO. Chi volesse acquistare il libro a presso scontato (20 euro invece di 29,90) può farlo qui: http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/medicina-e-salute/666455/guida-alla-professione-di-medico/
Buona lettura.
Giampaolo Collecchia Riccardo De Gobbi Roberto Fassina Giuseppe Ressa Renato Rossi Daniele Zamperini
Nell’ultimo secolo si sono succeduti indubbi progressi nella scienza medica. I vaccini e gli antibiotici hanno sconfitto malattie un tempo mortali, l’insulina ha permesso ai pazienti con diabete tipo 1 di avere un’aspettativa di vita normale, i trapianti hanno dato nuova speranza a persone che non ne avevano alcuna, terapie molto efficaci hanno, se non sconfitto, prolungato la vita a pazienti con neoplasie, sofisticati metodi di indagine permettono di esplorare il corpo in ogni più recondito recesso. Questi successi, però, sembrano aver trasformato la figura del medico che, paradossalmente, si allontana sempre di più dal malato. Perché si assiste a una frattura tra il paziente e il medico che lo cura? Succede non raramente che il medico e il paziente non siano due alleati ma due avversari. Il problema è senza dubbio preoccupante. Ma quali ne sono le cause? È possibile che questo progredire tecnologico sia avvenuto a scapito del rapporto umano? Purtroppo spesso il medico oggi si è trasformato in un algido tecnico della salute, trincerato dietro lo schermo di un computer o l’incomprensibilità di un linguaggio scientifico e freddo che, pur corretto, poco ha di umano ed empatico. Ne può derivare un grave senso di frustrazione del malato: la conflittualità crescente tra medico e paziente riconosce spesso in questo contesto le sue radici. È ovvio che il medico deve fare una diagnosi e se possibile impostare una terapia ma, in primo luogo, deve sempre esercitare la professione con senso di umanità perché di fronte a sé non ha “una malattia”, ma una persona che soffre, un unicum irripetibile, con una propria indole, con differenti caratteri, socialità, esperienze, credenze e valori. In una parola una filosofia di vita. Una valutazione di tipo “olistico” dell’individualità del paziente è fondamentale per il buon operare del medico e per ottenere, nei tempi e nei modi che sono variabili da persona a persona, il miglior risultato possibile in termini di salute. Si tratta allora di riportare in auge una figura di medico che, prima ancora di visitare, proporre accertamenti, diagnosi e terapie, sappia mettersi al fianco del paziente, lo ascolti e ne comprenda appieno le sofferenze. In una parola un medico che consideri il lato umano della professione importante almeno quanto quello puramente tecnico. Perché un giovane sacrifica il periodo più spensierato della gioventù studiando per anni per diventare medico? Vi sarà senza dubbio chi lo fa per motivazioni di tipo economico o di prestigio sociale, ma nella maggior parte dei casi la ragione è più nobile: “Ho fatto questa scelta per poter aiutare il prossimo che soffre”. È questa la sola motivazione che può ripagare dalle fatiche di una vita di sacrificio. Non mancheranno, infatti, nel corso della vita professionale di un medico, le delusioni e i periodi di stanchezza fisica e psichica; se le motivazioni che hanno spinto a scegliere quella via sono profonde ogni difficoltà potrà essere superata.
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