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Uso di antibiotici e sviluppo di malattie infiammatorie intestinali |
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Inserito il 22 marzo 2015 alle 06:28:00 da admin. IT - gastroenterologia
I fattori ambientali giocano un ruolo chiave nella patogenesi della malattia infiammatoria intestinale (IBD). I gemelli monozigoti, infatti, hanno al massimo un tasso di concordanza del 50% delle malattie. Inoltre, l’incidenza di IBD è aumentata nel mondo intero nel tempo. E ancora, immigrati provenienti da zone con una bassa incidenza di IBD che si spostano in aree con alta incidenza, sembrano essere ad aumentato rischio di sviluppare IBD. Evidenze emergenti suggeriscono che alcuni farmaci sono associati ad un aumentato rischio di nuova diagnosi di IBD; in particolare, gli antibiotici sono stati collegati allo sviluppo sia di malattia di Crohn (CD) sia di colte ulcerosa (UC). Ricerche crescenti suggeriscono che il microbioma e le sue interazioni con il sistema immunitario della mucosa siano importanti nella patogenesi della IBD. Gli antibiotici possono causare alterazioni del microbioma che possono contribuire alla disbiosi e alla disregolazione della risposta immunitaria vista nella IBD. Un’altra possibilità è che gli antibiotici sono attualmente un marker per un indipendente fattore di rischio ambientale della IBD quali le infezioni intestinali. Precedenti studi hanno esaminato l’associazione tra esposizione agli antibiotici e nuova diagnosi di IBD sia negli adulti sia nei bambini. La CD è associata in maniera più consistente all’uso di antibiotici, con alcuni studi che hanno dimostrato un aumentato rischio di CD ma non di UC. Sembra, inoltre, che pazienti che hanno ricevuto in maniera più frequente cure antibiotiche abbiano una maggiore probabilità di sviluppare IBD. Non è chiaro se alcuni antibiotici siano associati in maniera più forte ad IBD, poiché pochi studi hanno riportato dati su specifiche classi di antibiotici. Tuttavia, la relazione tra esposizione agli antibiotici e sviluppo di IBD non è chiara, poiché alcuni studi non hanno riportato associazione.
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