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Confermata l'efficacia dell'immunoterapia nella rinite allergica

Categoria : pneumologia
Data : 30 luglio 2000
Autore : admin

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Negli ultimi anni e’ stato osservato un notevole incremento della rinite allergica nei paesi occidentali: tale patologia affligge tra il 10 al 20% della popolazione ed inizia generalmente in eta’ pediatrica intorno a 10 anni e puo’ essere scatenata da pollini o da allergeni presenti in casa come la polvere. Contemporaneamente si e’ osservato un notevole incremento delle terapie proposte per tale patologia come gli antistaminici e ad uso sistemico, di nuova generazione, con limitati effetti secondari e i corticosteroidi per uso topico. Tali terapie sono senz’altro molto efficaci e riescono a controllare un’elevata percentuale di soggetti allergici tuttavia alcuni di questi soggetti non rispondono ai trattamenti farmacologici. Da molti anni e’ sempre stata usata l’immunoterapia desensibilizzante ma non tutti erano concordi nel considerarne positiva l’efficacia e soprattutto la permanenza nel tempo degli eventuali risultati positivi. E’ stato percio’ condotto uno studio randomizzato in doppio ceco con placebo su circa 1000 pazienti (Durham e coll.) che hanno effettuato una terapia desensibilizzante effettuata , com’e’ noto, in periodiche iniezioni sottocutanee dell’allergene a dosi sempre piu’ elevate seguite da un periodo di mantenimento con iniezione alla dose massima raggiunta. Non vi erano differenze significative tra chi sospendeva l’immunoterapia e chi la continuava. Secondo un editoriale commento sulla stessa rivista viene dimostrato il fatto che l’immunoterapia praticata per 3 o 4 anni induce un miglioramento che persiste per almeno 3 anni dopo che il trattamento e’ stato sospeso e che forse tale miglioramento persiste piu’ a lungo, addirittura in via permanente. Gli autori hanno osservato anche modificazioni di alcuni parametri immunologici che sono tuttavia ancora da valutare. La immunoterapia dovrebbe essere consigliata in primo luogo ai pazienti che non tollerano interventi farmacologici o che non possono evitare l’esposizione agli allergeni. Esistono anche problemi di compliance in quanto non tutti i pazienti sono disponibili a una terapia che per anni comporta iniezioni a distanza di 1-6 settimana per alcuni anni. Non sono rari i casi in cui la terapia immunologica puo’ essere utilmente associata alla terapia supplementare farmacologica.
Daniele Zamperini, Fonte: NEJM 1 1999;341,468 e 522



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