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Il Sor Armando e la bellona

Data : 25 gennaio 2009
Autore : admin

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I protagonisti della clinicommedia

I dottori Pensa, Ebiemme e Sonda sono tre medici di famiglia, i primi due hanno piu’ di 50 anni, il terzo 35; condividono lo stesso studio medico (per risparmiare sulle spese) ma sono acerrimi “nemici” nella professione perche’ hanno un approccio diametralmente opposto nella metodologia.
Il dottor Pensa e’ un cultore dell’anamnesi e dell’esame obiettivo, ha fatto sua la massima di Cesare Frugoni il quale affermava: ”Siamo abbastanza moderni per riconoscere l’aiuto dato dagli esami diagnostici e troppo moderni per sopravvalutarlo”.
Il dottor Ebiemme non fa un passo se questo non e’ contemplato nelle linee guida e/o certificato dall’ EBM, la flessibilita’ diagnostica e terapeutica sono, nel suo pensiero, un retaggio dei medici “ipse dixit”.
Il dottor Sonda, con dieci anni di professione, ha come feticcio gli esami strumentali e di laboratorio, senza di essi si sente perduto, anamnesi ed esame obiettivo sono quasi degli inutili “preliminari”, il “sodo” e’ quello che conta.
L’esperienza accumulata negli anni, invece di stemperare questi punti di vista opposti, li ha portati a diventare ancora piu’ “estremisti” per cui il dottor Pensa fa diagnosi di Morbo di Hodgkin in un caso di prurito al naso e il dottor Sonda, dal canto suo, continua a scoprire, con le sue indagini strumentali, “incidentalomi” che mai si sarebbero manifestati clinicamente, ma che egli sfoggia come fiore all’occhiello della sua abilita’ diagnostica; il dottor Ebiemme ha i cassetti della scrivania pieni di algoritmi e istogrammi che consulta continuamente e che, per lui, sono il Verbo.
Ogni primo venerdi’ del mese, i medici organizzano una riunione nel loro studio e, in quella sede, espongono i casi clinici piu’ interessanti, accapigliandosi sulle loro opposte metodologie diagnostiche; non c’e’ molto dialogo, in fondo, ma soprattutto voglia di rimarcare le carenze degli opposti approcci metodologici.
Alle discussioni assiste anche una giovane tirocinante: la dottoressa Saputella, specializzanda in Medicina Interna, la quale si diverte ad assistere alla “singolar tenzone” tra i colleghi piu’ grandi, i quali, da parte loro, la trattano con una certa sufficienza, ripagati con la stessa moneta da quest’ultima.


Il Sor Armando e la bellona

Venerdi’ sera: “Finalmente la settimana e’ finita!” esclama, con malcelata soddisfazione, il dottor Sonda, mentre pulisce l’omonimo oggetto del suo apparecchio ecografico.
“Eh no, caro!” gli replica il beffardo dottor Pensa, con un sorriso sardonico “Dobbiamo fare la riunione clinica prevista dalla nostra medicina di gruppo per condividere le condivisioni condivisibili e implementabili!”.
Replica, un po’ seccato, il dottor Ebiemme “Ragazzi, non scherziamo! Sono un momento fondamentale di crescita professionale…a proposito di quale caso clinico abbiamo parlato venerdi’ scorso?”
“Del rigore su Totti che non c’era !” esclama, ironica, la dottoressa Saputella, appena uscita dal bagno dove si era recata per rifinire il trucco: e’ in fibrillazione per una cena galeotta che ha in programma con il suo amante.

Din don, suona il campanello.
“Chi sara’ mai ?…..”
“Dottoressa vai tu, che sei la piu’ giovane, noi ci nascondiamo in bagno e riferisci pure a questo rompiballe che lo studio e’ chiuso a quest’ora”.



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La dottoressa Saputella apre la porta e trova sull’uscio una giovane e procacissima ragazza che chiede, in uno stentato italiano e con una voce allo stesso tempo melodiosa e squillante, di poter ritirare le ricette di un paziente.

“Ma insomma, siamo aperti otto ore al giorno e vi riducete sempre alla fine!” esclama, seccata, la dottoressa Saputella, quando, all’improvviso, irrompono i dottori Pensa, Ebiemme e Sonda affermando all’unisono “Ma suvvia, cara collega, ci mettiamo a fare i fiscali con i nostri amati pazienti” e fanno a gara per essere i primi ad estrarre le agognate prescrizioni dallo schedario.

Il dottor Pensa e’ il piu’ lesto e, con fare ambiguo e viscido, si avvicina alla bellona, sussurrando “Ma chi sei tu?” e lei, di rimando “Sono badante Armando, solo poco tempo….” e interrompe la frase con un prolungato accesso di tosse.

“Ah, sor Armando !” dice, con disappunto, il dottor Pensa “Salutamelo tanto e se ti serve una visita per la tua tosse, non ti fare problemi”, “Dottore io no segnata, io no documenti….”.

“Ma suvvia, bella giovane” incalza il dottor Pensa “Che sono queste formalita’ !” e le da’ una carezzevole palpatina sulle spalle “Noi siamo medici e abbiamo il DOVERE di assistere chiunque”.
La biondina con occhi verdi se ne va con il suo ombelico a vista e lo straripante seno, ringraziando il dottor Pensa e profondendosi in una specie di inchino.

Il dottor Pensa viene circondato dai suoi colleghi “Che pezzo di….” afferma il dottor Ebiemme mentre il dottor Sonda infiora questa affermazione con una citazione “La bellezza e’ superiore al genio, caro mio”, la dottoressa Saputella, a sua volta, molto stizzita, aggiunge “Aho’, quando vedete una femmina un po’ discinta perdete subito la testa!!” ma ne ricava solo un sorriso compiaciuto dei tre colleghi maschi che cercano, invano, di dissimulare.

“Scusa Pensa, ma chi e’, poi, ‘sto Armando?”

“Amica mia bella, e’ una storia lunga e complessa…ma so che tu hai da fare stasera, la raccontero’ ai colleghi tra poco…” “Ma no! Rimango, rimango, tanto e’ presto….”.

I colleghi si siedono sulle loro sedie di plexiglas, tutte uguali, in quella sala con macchinetta dispensatrice di tagliandi per le visite e fogli A 4, appiccicati con lo scotch sulle porte impiallacciate di finto legno, indicanti i turni a rotazione dei medici: e’ la loro sede del Centro Carni di medicina di gruppo.

Pensa ne e’ il “tenutario” perche’ titolare esclusivo del contratto di affitto.
Con queste convincenti credenziali e’ stato “spontanemente” eletto, dai suoi colleghi, Rappresentante della medicina di gruppo e sta brigando per assurgere al ruolo di Referente deferente nella neocostituenda UMG della prossima Convenzione di medicina generale.
Questo gli permettera’ di soddisfare il suo incontenibile “ego”, gia’ esaltato, in modo permanente effettivo, dal ritenersi il continuatore della migliore tradizione della Clinica Medica italiana, in quanto allievo, alla Specializzazione di Medicina Interna, di uno degli ultimi grandi Maestri.

Il dottor Pensa ha un piacere quasi fisico quando illustra i casi complessi che gli capitano perche’ vede che i suoi colleghi spesso arrancano e non riescono a trovare il bandolo della matassa.
Lui, invece, esalta il suo presunto intuito e i suoi colpi d’ala, quando giungono a buon fine ovviamente, viceversa e’ abilissimo nel celare il caso dietro una cortina fumogena.



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“Cari amici, ve lo racconto come al solito, riferendo come fosse una cronaca, quello che mi e’ capitato.
Armando e’ un 50 enne, fumatore, un po' sovrappeso, donnaiolo impenitente "Ogni
lasciata e' persa, dotto'", noto personaggio di Trastevere perche' proprietario di un famoso ristorante, e’ iperteso da dieci e in trattamento con ace inibitori, con ottimo compenso.

Si presenta in studio per epigastralgie persistenti da mesi, di cui non ha mai sofferto in passato, associate ad anoressia e calo ponderale.
Driblo la sua richiesta di "quarche pasticca" e lo costringo, con minacce piu' o meno velate, ad effettuare una EGDS che rileva un' ulcera gastrica, cancerosa all'esame istologico: gastrectomia.
Dopo pochi mesi il paziente si ripresenta in studio, trionfante, perche' "A dotto', me so' rimagnato 'a prima amatriciana!!".

Passano 2 anni ed eccolo di nuovo a visita perche' "Da quarche tempo ci ho er fiato corto, dotto' ": la pressione arteriosa e' bassa, i toni cardiaci sono lontani, l'azione e' ritmica ma bradicardica.

L'ecodoppler rileva una grave miocardiopatia dilatativa, con coronarie indenni alla coronarografia: aggiunge diuretici dell'ansa a dosi massicce e terapia anticoagulante.

Il paziente si riprende lentamente e riacquista una discreta autonomia personale ma, dopo un anno, la dispnea diventa ingravescente, malgrado l'aggiunta di beta bloccanti a dosi crescenti e spironolattone, la Rx del torace mostra notevole congestione ilare.

La trucida moglie consulta un cardiologo di chiarissima fama (pagato in contanti con bigliettoni avvolti da un elastico) che sentenzia, come unica speranza, quella di un trapianto cardiaco.

Passano pochi mesi, Armando fa sempre piu' fatica a respirare, riferisce anche "un po' d'alterazione", tosse con modesto espettorato, piu' una certa anoressia.
"A dotto', che ne dici a famme rifa' 'n antra lastra?'", gliela ho riprescritta, senza convinzione, tanto per farlo contento ma, inaspettatamente, la Rx del torace mostra delle nodularita' multiple bilaterali, confermate alla TC, "compatibili con ripetizioni metastatiche".

Ho dissimulato la mia grande preoccupazione e ho inviato il ristoratore ad una consulenza pneumologica.

Il collega ha preso da parte la figlia del paziente (incinta) e le ha detto "Purtroppo la cosa e' molto grave, c'e' un quadro da metastasi diffuse, il cancro dello stomaco si e' disseminato......signora mi dispiace, ma la situazione cardiaca di suo padre non ci permette nessun trattamento, e poi......ha pochi mesi da vivere, oramai".

La figlia ebbe un malore e svenne.
Ho ricevuto la notizia, per telefono, dalla singhiozzante, inconsolabile figlia e ho meditato, amaramente, sulla prossima perdita di un paziente a me molto caro… ora, infatti, cari colleghi, e’ in fin di vita, e poi qualcuno dice che la jella non esiste!!””.

“Sti maledetti cancri non perdonano!” commenta la dottoressa Saputella e se ne va; anche Pensa, Ebiemme e Sonda la seguono, pensando alle prossime distrazioni del week end.



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Passa una settimana e si ripropone la scena di sette giorni prima, arriva la procace badante per ritirare le ricette e, tra un colpo di tosse e l’altro, riferisce che Armando sta sempre peggio.

Il dottor Pensa ha altro per la testa, anzi l’ha persa per la biondina, e si propone per una visita “amichevole”.

La fa spogliare tutta “Perche’ da buon internista devo vedere il palcoscenico clinico nella sua INTEREZZA”, la ragazzona non capisce una parola di quanto detto da Pensa ma comprende i suoi risoluti gesti ed esegue senza indugio.

Pensa, tra una galeotta sbirciatina e un’altra esegue un approfondito esame obiettivo, sconvolgendo la classica “scaletta” per arrivare, solo alla fine, ad esaminare il torace: l’espansibilita’ e’ diminuita, il suono non e’ chiaro ma ci sono ipofonesi sparse, come pure rantoli diffusi.

Chiede alla giovane da quanto tempo accusa quella tosse “Qualche mese, ma poca, poca” e se ha febbre “Si’, si’, poca, poca”.

Il medico prescrive, senza indugio, un’associazione tra corticosteroidi e una cefalosporina iniettiva “Mi torni tra sette giorni a controllo!” e le da’ un ambiguo buffetto sulla guancia.
“Grazie dottore, grazie, posso fare qualcosa per…” “Vai, vai, bella biondina…” e le da’ un viscido colpetto sul sedere.

La paziente torna al controllo e, questa volta, per una strana combinazione tutti i colleghi si dichiarano in pausa, affollando la stanza condivisa e condivisibile di [bPensa[/b].

“Come va, mia bella?” “Meglio… poco, poco” risponde la badante
.
Pensa esegue un esame obiettivo, davanti ai colleghi, atteggiandosi a novel Frugoni, ma rimane sorpreso: malgrado la cura “pesante” il quadro non e’ migliorato affatto “Continui un’altra settimana e aumenti a due pasticche la dose del cortisone della mattina!” conclude.

I colleghi gli si avvicinano e lui, con fare cattedratico, dichiara “Queste ragazze giovani, mezze nude anche d’inverno, si trascurano e poi magari pretendono di guarire in una settimana!”.

Interviene il dottor Ebiemme, con in tasca le check list sul sintomo tosse “Perche’ non esaminiano le possibili cause di tosse resistenti alla terapia ?” e tira fuori una montagna di fogli, parte dei quali gli casca per terra.

Il dottor Sonda interloquisce “Ma insomma, che aspettiamo a fare una bella lastra?”.
“E certo, se tu non fai qualche esame non sei contento!” replica, stizzito, il dottor Pensa.

Passa un’altra settimana e la bellona si ripresenta: stessi sintomi e stessi segni. A questo punto Pensa si arrende e fa eseguire una Rx torace che dimostra un quadro nodulare diffuso.

Pensa rimane sbigottito, lo soccorre Ebiemme con una check list sulle cause di Rx patologica a noduli multipli, insieme concordano sull’ effettuazione di un esame dell’espettorato, “compresa la ricerca del BK “.



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La ricerca risulta positiva, come pure la successiva Mantoux.

Pensa e’ in levitazione, Ebiemme sorride, Sonda pure, l’unica persona scontenta e’ la bellona che accoglie con sgomento la diagnosi: ha paura di perdere il posto e di essere rimandata in patria dove la sua famiglia aspetta solo i suoi soldi.
E poi c’e “Armandino suo” come lo appella lei……

Pensa ha un colpo al cuore, notando l’espressione amorosa della biondina nel parlare del ristoratore, fa delle improvvise “connessioni diagnostiche”.
“Porca miseria!” pensa a voce alta “anche Armando aveva una radiografia identica!” e fa eseguire gli stessi esami diagnostici ad Armando, risultano positivi.
I colleghi, nell’ennesima riunione, si profondono in un applauso nei confronti di Pensa quando egli riferisce l’esito degli esami, rimarcando il suo colpo d’ala circa le “connessioni diagnostiche” che aveva fatto, omettendo, pero’, di sottolineare i suggerimenti iniziali che Ebiemme gli aveva dato.
Essi sanno che per “comprarsi” la benevolenza Pensa e’ bene, ogni tanto, fargli credere che le diagnosi lui le sa fare sempre e comunque, e soprattutto da solo.
Quel contratto di affitto a lui intestato e il suo ruolo di Referente del gruppo sono dei fondamentali argomenti a loro sfavore.

Armando fu estremamente grato, con parole ed opere, a Pensa.
Partecipo’ al battesimo dell’unico nipote a cui fu dato il suo nome, dopo un anno fu dichiarato guarito dalla TBC, ando’, con il permesso del dottor Pensa “alle Seicelles”, poi ritorno’ a visita dal suo medico.
“Tutto bene!” esclamo’ Pensa, oramai in levitazione permanente, “compreso il tuo PT INR che e’ 2.1 !”.
Il giorno dopo il ristoratore si accascio’ al suolo per strada e mori’: l’autopsia rivelo’ un’ emorragia cerebrale massiva.
Pensa ci rimase malissimo.

La badante era guarita anch’essa e quando si congedo’ da Pensa, lamentandosi di aver perso “il suo Armandino ed il lavoro”, il viscido internista si fece avanti.

Cosi’ la biondina continuo’ a recarsi in studio il Venerdi’ sera, ma non per ritirare le ricette.
Pensa diserto’ le importantissime riunioni cliniche settimanali della sua medicina di gruppo, per accompagnarsi alla bellona in lunghe serate a lume di candela.

Presto il suo conto in banca precipito’ a livelli preoccupanti mentre i migliori gioiellieri della Capitale gongolavano nel vederlo sempre piu’ spesso nei loro negozi.
“Meglio rimorsi che rimpianti!” soleva rispondere, beffardo, agli invidiosi colleghi che gli ricordavano i suoi impegni matrimoniali




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