Rapporto costo-beneficio nei trattati con statine e con acidi grassi
Categoria : professione
Data : 26 novembre 2001
Autore : admin
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Esaminando i dati ottenuti dallo studio GISSI-prevenzione su oltre 11.000 soggetti con infarto miocardico, gli studiosi hanno analizzato i benefici presentati dalla somministrazione degli acidi grassi N-3-PUFA dopo infarto miocardico, valutandone i costi considerando il numero di anni di vita guadagnati e l’aumento di spesa correlato a ricoveri, test diagnostici e farmaci. E’ stato valutato come l’incremento del rapporto costo/efficacia col trattamento a base di acidi grassi polinsaturi, e’ risultato pari a 24 euro per anno di vita guadagnato. E’ stato altresi’ valutato che per salvare un paziente bisognerebbe trattare 170 individui per anno con un costo annuale quindi di 68.000 euro. Tali cifre, paragonate a quelle calcolate per le statine, risultano sovrapponibili a quelle ottenute con la sinvastatina, nella prevenzione secondaria dell’infarto miocardico, ed inferiori a quelle per la pravastatina. L’azione benefica di questi farmaci (PUFA) sarebbe da addebitare a diversi meccanismi combinati, come l' effetto antiaggregante piastrinico, sull’assetto lipidico e sulla regolazione del ritmo cardiaco, aspetto particolarmente importante nel post infarto in quanto l’aritmia e’ una delle cause piu’ frequenti di morte improvvisa. Si conferma quindi corretto il parere della CUF che ha riconsiderato questi farmaci inserendoli nel prontuario terapeutico come a carico del S.S.N. Pharmaeconomics 2001; 19: 411-420 - "Care" n. 3 – 2001
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