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Statine utili nell'Alzheimer?

Categoria : neurologia
Data : 26 agosto 2001
Autore : admin

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Testo :

Data l' attenzione che si pone sempre di piu' sul morbo di Alzheimer e sulla sua crescnte importanza sulla salute pubblice e sull' economia sanitaria mondile, alcune ricerche hanno fatto recentemente scalpore:
La prima, effettuata a Chicago avrebbe dimostrato come alcuni farmaci finora utilizzati per tutt' altra patologia (certi farmaci ipocolesterolemici: le statine) siano capaci di prevenire il morbo di Alzheimer e di ridurre anche il rischio di demenza: i ricercatori hanno analizzato l’incidenza dell’ Alzheimer in oltre 60.000 pazienti che avevano assunto statine confrontandola con la diffusione della malattia nella popolazione generale. I soggetti assumevano lovastatina, pravastatina o sinvastatina. I dati provenivano da soggetti di eta’ superiore a 60 anni provenienti da tre diversi ospedali. Veniva effettuato anche un confronto con persone che avevano assunto farmaci per la prevenzione cardiovascolare ma che non fossero di tipo anticolesterolemico.
Secondo i ricercatori l’uso di lovastatina e provastatina riduceva di oltre il 70% la probabilita’ di ammalarsi di Alzheimer rispetto alla popolazione generale che al gruppo che aveva preso altri farmaci.
Deludente invece e’ stato il risultato della sinvastatina, anche se la struttura dei farmaci e’ piuttosto simile e l’efficacia farmacologica sull’ assetto lipidico e’ la medesima. La spiegazione di questa differenza secondo i ricercatori risiederebbe in una diversa azione di questo farmaco a livello dei vasi cerebrali ma l’ipotesi e’ ancora da verificare.
Un secondo studio, di tipo epidemiologico su 300 persone e’ stato condotto sulla base dei registri del "General Practice Researc Database" del Regno Unito. Sono stati confrontati i dati di questi soggetti, colpiti da varie forme di demenza, e sono stati posti a confronto con quelli di circa 1000 persone della stessa eta' mentalmente sane. Come gruppo di riferimento e’ stato preso un gruppo di persone che non soffrivano di iperlipidemie e non facevano uso di statine.
Fatte le correzioni per i vari fattori di rischio noti, il rischio di demenza non si modificava ne’ nei casi di iperlidemia non trattata ne’ in caso di uso di farmaci ipolipemizzanti di tipo diverso dalle statine. Chi invece presentava iperlipidemie e si curava con statine mostrava un calo del rischio di circa il 70%. Tale percentuale corrisponde a quella riscontrata nel primo studio citato sopra. Un punto debole di questo studio e' costituito pero' dal fatto che non veniva differenziata la demenza tipo Alzheimer da altri tipi eventuali di demenza. Il miglioramento riscontrato non sarebbe percio' tipico dell' Alzheimer ma coinvolgerebbe forme di demenza di tipo vascolare o di altro genere.
Si e’ aperto tuttavia un settore di notevole importanza dato l’elevato numero di soggetti e la mancanza di alternative terapeutiche tuttora presenti.

B. Wolozin e al. Archives of Neurology 2000;57:1439-1443.
H. Jich e al. "Statins and the risch of dementia" Lancet 2000;356:1627-1631)
Rielaborazione di DZ



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