Diarrea del viaggiatore: la colpa è (anche) della salsa?
Categoria : gastroenterologia
Data : 30 ottobre 2002
Autore : admin
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I turisti che si avventurano nei paesi del terzo mondo sono avvertiti di non consumare verdure crude, frutta e cibi comprati dai venditori di strada. Inoltre devono cercare di bere sempre acqua minerale stappata sotto i loro occhi. Devono altresì evitare i cubetti di ghiaccio. In questo lavoro viene esaminata la possibilità di inquinamento delle salse presenti nei ristoranti di tipo messicano. Sono state misurate le concentrazioni di Escherichia Coli e altri enteropatogeni in 96 campioni di salse presenti sulle tavole di ristoranti (salsa verde, guacamole, pico de gallo, e salse rosse) in 48 ristoranti messicani a Guadalajara, in Messico e a Houston, in Texas. Tutte le salse a Guadalajara erano a temperatura ambiente e lasciate sui tavoli permanentemente. A Houston le salse erano portate sul tavolo al momento dell’arrivo dell’avventore ed erano a bassa temperatura. Tra l salse di Guadalajara, il 66% produsse in coltura E.coli (in media 1000 colony forming unit per grammo di salsa). Tra le salse di Houston, il 40% produsse in coltura E.coli (in media 0 CFU/gr). Le differenze tra percentuali e medie risultarono statisticamente significative. Nessuna salsa di Houston produsse E.coli enterotossigenica o enteroaggregativa contro il 9% e il 44% rispettivamente delle salse di Guadalajara. Il pH delle salse delle due località risultò simile.
Ann Intern Med 2002 Jun 18; 136: 884-7
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