Mastectomia conservativa e rischio di recidiva neoplastica
Categoria : oncologia
Data : 27 aprile 2001
Autore : admin
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La tendenza attuale in campo chirurgico nei casi di neoplasia mammaria e' quello di attuare delle tecniche conservative con il risparmio della mammella e del tessuto sano. Questo approccio, sebbene confortato da favorevoli indici statistici e' tuttavia tecnicamente piu' impegnativo rispetto all'intervento di mastectomia totale in quanto e' gravato dal rischio potenziale della incompleta asportazione del tessuto neoplastico, oppure di una mancata asportazione totale di eventuali micrometastasi linfonodali. Sono stati percio' esaminati i dati clinici di quasi 150mila donne sottoposte a intervento chirurgico per carcinoma mammario invasivo nel periodo compreso tra il 1983 e il 1995. La percentuale di pazienti che era stata trattata in modo chirurgicamente ritenuto ottimale, era dell'88% nel 1983; questa percentuale e' scesa al 78% nel 1995. I motivi di questa diminuzione sono stati identificati soprattutto con una inadeguatezza delle tecniche chirurgiche conservative nella generalita' dei casi. E' stato osservato come spesso si sia verificata una mancata prosecuzione del protocollo (e della successiva radioterapia), oppure si sia effettuata una incompleta asportazione dei pacchetti linfonodali. Queste inadeguatezze tecniche hanno contribuito in modo preponderante al peggioramento statistico riportato nel lavoro. E' necessario percio' che, pur applicando delle tecniche conservative che sono generalmente piu' accettate delle pazienti e che favoriscono la vita sociale e la ripresa estetica, non vengano persi di vista gli obiettivi terapeutici ottimali raggiungibili con una tecnica adeguata. (D.Z. Fonte: Lancet 2000;343:1148-53)
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