La guerra del latte artificialeCategoria : pediatria Data : 16 novembre 2004 Autore : admin Intestazione : Alle recenti polemiche sul costo eccessivo del latte artificiale in Italia è seguita l'iniziativa del ministro della Salute che avrebbe ottenuto una riduzione del prezzo al pubblico del latte artificiale. La regione Toscana risponde con una delibera che impone alle ASl di approvigionarsi di latte in polvere a spese della collettività rifiutando le forniture gratuite da parte delle aziende produttrici e detta tutta una serie di restrizioni sulla campionatura del latte ai medici e impedirebbe persino l'acquisizione di crediti formativi ECM sponsorizzate dalle aziende produttrici. Testo : L'obiettivo appare importante e nobile:favorire l'allattamento al seno. In nome di tale asserito obiettivo la regione Toscana ha recentemente varato una delibera che disciplina la materia con aspetti che non mancheranno di far discutere. L'atto farebbe seguito ad un promessa fatta undici mesi fa in occasione di un'intesa stipulata con l'Unicef, raccogliendo esplicitamente le raccomandazioni dell'Oms.
Dall'esame di questi dati emerge che è forte l'esigenza di una verifica seria delle fonti per le informazioni dirette al pubblico da parte della stampa generalista onde evitare di fornire notizie palesemente inesatte che possano fuorviare il convincimento della pubblica opinione. Appare anche chiaro che la rilevante differenza di prezzo non sembrerebbe in correlazione con la percentuale di allattamento al seno, essendo evidentemente implicate molte altre variabili. La pratica, da alcuni definita scandalosa, del regalo di latte in polvere alle neo mamme al momento delle dismissioni, come forma di pubblicità, neanche troppo occulta, è ampiamente diffusa anche se sarebbe vietata da una circolare del ministero della Sanità datata 24 ottobre 2000. Ma a parte le valutazioni di legalità e di opportunità, queste misure potrebbero essere efficaci? Ovviamente non resta che attendere i risultati della sperimentazione, tuttavia è interessante notare che lo studio Puer potrebbe fornire alcune indicazioni. Il "Progetto Puer" è un'indagine a livello nazionale sull'allattamento al seno in cui sono state coinvolte 1601 madri, che hanno dato alla luce un bambino nel novembre 1995. L'indagine è stata eseguita mediante un'intervista telefonica nei mesi di marzo, giugno e settembre 1996 e nel mese di gennaio 1997, al compimento del 3¡, 6¡, 9¡ e 12¡ mese di vita del bambino. L'85% delle madri italiane allatta al seno, con differenze significative tra le diverse aree geografiche, con progressivo decremento al 51% al termine del primo trimestre di vita e al 31% a sei mesi; all'anno di vita del bambino allattano ancora il 10% di mamme. Le percentuali più elevate si riscontrano nel Nord-Est e nel Sud rispetto al Nord-Ovest e alle Isole. La differenza tra le aree geografiche è statisticamente significativa. CHI FORNISCE LE INFORMAZIONI ALLE MAMME? Gli operatori sanitari che informano le mamme sull'allattamento al seno sono soprattutto le ostetriche, i pediatri ed i ginecologi, rispettivamente nel 23%, 19% e 18% casi, ma in ben il 43% dei casi nessuno ha mai affrontato l'argomento. Considerando il ruolo dei mass-media, emerge che nel 66% dei casi le informazioni sull'allattamento al seno provengono da riviste dedicate alla salute, in meno del 2% dei casi da Radio e TV. Al momento della dimissione al 51% delle madri sono state fornite indicazioni sull'allattamento al seno. Nell'80% dei casi è stata prescritta una formula adattata, nonostante nel 75% circa dei casi le mamme allattassero al seno in maniera esclusiva. La somministrazione di formula in attesa della montata lattea e la sua prescrizione al momento della dimissione, sono correlate con un decremento nella percentuale di allattamento materno. Questa indagine sembrerebbe dunque prospettare una correlazione significativa tra non prescrivere latte artificiale alla dimissione né fornire informazioni circa il suo utilizzo ed allattamento al seno. http://italia.danone-institute.com/progress/allattamento2.html In Italia sembra che sia abbastanza soddisfacente la percentuale di donne che allattano al seno all'inizio del puerperio, ma che tale allattamento si protragga per un periodo troppo breve. Sorgono dunque delle perplessità sia sull'utilità di alcune misure proibitive, che di natura regolamentatoria dei prezzi. Strategie di informazione positiva sull'allattamento al seno, fatte a tutti i livelli: mass media, gestazione, preparazione al parto, degenza ospedaliera e puerperio potrebbero, come già registrato in altri paesi, promuovere una pratica più protratta dell'allattamento al seno. Certamente da un punto di vista teorico l'alto costo del latte artificiale potrebbe rappresentare una spinta verso l'allattamento al seno. Attenzione dunque che in nome di alcuni nobili principi, non si finisca per peggiorare la situazione! Forse sarebbe più opportuno riflettere su questo piuttosto che accusare il Ministro Sirchia, come riportato dall'Unità del 02/11/2004, di voler fare uno spot alle multinazionali nell'atto di convincerle a ridurne il prezzo. Se vogliamo davvero incentivare l'allattamento al seno cominciamo piuttosto ad estendere a 6 mesi il periodo di astensione lavorativa post partum. |