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Screening osteoporosi riduce fratture in anziani

Categoria : reumatologia
Data : 08 febbraio 2005
Autore : admin

Intestazione :

Lo screening dell'osteoporosi negli anziani è associato ad una riduzione del rischio di fratture dell'anca del 36%.



Testo :

In questo studio osservazionale di coorte sono stati seguiti 3107 anziani (età > 65 anni) arruolati in quattro stati americani nell'ambito del Cardiovascular Health Study. Venivano registrate varie caratteristiche per ogni partecipante oltre alla frequenza di fratture dell'anca ad un follow-up di sei anni. A 1422 pazienti venne eseguita una densitometria ossea a doppio raggio fotonico mentre 1685 pazienti furono solo sottoposti alle cure mediche usuali.
Da notare però che lo studio non era randomizzato, nel senso che eseguirono la densitometria i partecipanti che abitavano in California e in Pensilvania mentre non la eseguirono quelli del Maryland e del Nord Carolina.
L'incidenza di fratture dell'anca risultò essere di 4.8 per 1.000 persone/anno nel gruppo screenato e di 8.2 per 1.000 persone/anno nel gruppo non screenato.
Gli autori concludono che lo screening dell'osteoporosi con densitometria ossea negli over 65 è associato ad una riduzione del rischio di fratture dell'anca del 36%

Fonte:
Kern LM et al. Association between Screening for Osteoporosis and the Incidence of Hip Fracture
Ann Intern Med 2005 Feb 1; 142: 173-181


Commento di Renato Rossi
Non esistono studi clinici randomizzati e controllati che abbiano valutato l'utilità dello screening densitometrico nel ridurre il rischio fratturativo. Le varie linee guida forniscono raccomandazioni diverse anche se in generale tutte concordano sulla opportunità di eseguire una densitometria nelle donne dopo i 65 anni e nei soggetti più giovani con fattori di rischio per osteoporosi (basso peso corporeo, menopausa precoce, uso protratto di steroidi, familiarità per fratture da fragilità, abitudine al fumo, pregressa frattura non traumatica).
Questo studio, pur non essendo randomizzato, giustifica questo approccio, anche se non si può escludere che fattori di confondimento non valutati dagli autori possano aver alterato i risultati. C'è da tener conto anche del fatto che la differenza nelle terapie per l'osteoporosi praticate nel gruppo screenato e non screenato non sembra render conto della differenza nella percentuale di fratture, così che riesce più difficile spiegare l'associazione tra screening e riduzione delle fratture stesse .
In ogni caso al momento questa è la prova migliore che abbiamo a favore dello screening densitometrico.



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