Una ricerca, effettuata in Austria, suggerisce una associazione importante tra obesità e rischio oncologico.

Lo studio ha seguito oltre 145.000 persone (67.447 uomini e 78.484 donne) per 10 anni.
L'età media dei soggeti arruolati, all'inizio dello studio, era di 42 anni. Entro la fine del periodo di osservazione furono diagnosticati 6241 tumori. Erano disponibili dati sul fumo, sul tipo di occupazione, sul BMI. In base al BMI i soggetti venivano classificati come normali (BMI 18,5 - 24,99), sovrappeso (BMI 25 - 29,99), obesi classe I (BMI 30 - 34,99), obesi classe II e III (BMI >= 35).
Per gli uomini il rischio di cancro del colon era di 1,6 per gli obesi classi I e di 2,5 per gli obesi classe II e III rispetto ai soggetti con BMI normale. Per un BMI >= 30 il rischio per cancro del retto era di 1,7 e di cancro pancreatico di 2,3.
Per le donne si osservò una modesta associazione positiva tra BMI e qualsiasi tipo di tumore. Per il cancro dell'endometrio il rischio per le obese classe I era di 2,1 e per le classi II e III di 3,9. Per un BMI >= 30 il rischio di linfoma non Hodgkin era di 2,9. L'associazione tra BMI e cancro mammario risultò debole anche se per le donne > 65 anni tale rischio era di 1,5 per la classe I e di 1,3 per le classi II e III.

Fonte: British Journal of Cancer 2005;93:1062-7

Commento di Renato Rossi

Questi risultati, trattandosi di uno studio di tipo osservazionale, non provano una associazione causale tra aumento del BMI e vari tipi di neoplasia. E' probabile infatti che gli stessi fattori che portano all'obesità (alimentazioni esagerata e ricca di grassi animali, sedentarietà, ecc.) siano in parte corresponsabili di alcuni tipi di tumore.
In ogni caso l'obesità si conferma un "marker" di rischio non solo cardiovascolare ma anche oncologico: un motivo in più per spronare i pazienti con problemi di peso ad adottare un'alimentazione corretta e ipocalorica e uno stile di vita più salutare.