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Regione Toscana: ecco la giornata della donazione pranica


Categoria : professione
Data : 10 novembre 2005
Autore : admin

Intestazione :

La Regione Toscana ha indetto per il 12 novembre la “Giornata Regionale della Donazione Pranica” in cui si potrà ricevere un trattamento gratuito di Pranopratica.



Testo :

Nella Sala Affreschi del Consiglio Regionale della Toscana, alla presenza di Fabio Roggiolani consigliere dei VERDI e presidente della IV Commissione si è tenuto un convegno sulla Pranopratica e durante il quale sono state presentate le Discipline bio-naturali nell'ambito della L.R..2 /2005. Nello spirito della legge e della tradizione di tutte queste discipline occorre chiarire che si tratta di pratiche non mediche che niente hanno a che fare con la sanità, ma come sottolineato da Roggiolani si adoperano per ristabilire l'equilibrio energetico della persona, aiutano a ritrovare un senso di unione e di completezza e a ri-imparare a prendersi cura di se: con metodi naturali e con l'uso delle mani come strumento per creare benessere negli altri. Tutti i partecipanti hanno convenuto sulla necessità che la Pranopratica insieme alle DBN inizi ad operare con continuità e maggior presenza su tutto il territorio regionale in vista dei futuri profili professionali, proprio per dare maggior impulso all'informazione e alla diffusione di queste discipline. E' stata indetta per il 12 novembre la “Giornata Regionale della Donazione Pranica”; che si svolgerà in tutte le Province Toscane dove, in luoghi istituzionali, verranno allestite sale in cui si potrà ricevere un trattamento gratuito di Pranopratica.

Fonte: Consiglio regionale toscano

Commento di Luca Puccetti

Inizio divulgando la lettera di un professore di scienze che opera in Toscana.

"Non sono medico ma desidero esprimere ugualmente la mia approvazione per la vostra presa di posizione netta (si riferisce a quella presa da alcuni tra i sindacati maggiormente rappresentativi in Toscana dei medici del territorio, che hanno dichiarato l'indisponibilità a prescrivere sul ricettario regionale le prestazioni di medicina complementare inserite nei LEA dalla Regione Toscana), riportata dal quotidiano Repubblica, contro le (omissis...) iniziative della Regione Toscana a favore delle pratiche mediche cosiddette alternative o complementari.
Dopo la campagna promozionale ho saputo ieri dell'istituzione della Giornata per la Donazione Pranica. Trattasi di una giornata (il prossimo 12 novembre) in cui la Regione invita le strutture pubbliche a ospitare pranoterapeuti vari a pubblicizzare le proprie capacità.
Al momento non riesco ad immaginare qualcosa di più assurdo. Sono un insegnante di Scienze e mi arrabbio quando leggo certe cose e ne parlo con i miei studenti del perchè non si può non arrabbiarsi.
In particolare c'è da riflettere sul significato di preparazione scientifica e mentalità scientifica e di come la prima in molti casi non implichi la seconda. A parte i politici ed i giornalisti, tra cui è difficile trovare cultori di scienza, spesso anche i guaritori riescono a trovare medici dalla loro parte (e ne basta anche uno solo che sia presente alle varie conferenze!).
Vi ringrazio molto per l'attenzione,
Cordiali Saluti"

lettera firmata

A Cernobbio al forum Sanità Futura si è tenuto un convegno sulle cosiddette medicine complementari. La fitoterapia non si comprende per quale motivo sia inserita nell'elenco delle cosiddette medicine complementari dato che trattasi di somministrare sostanze a scopo terapeutico di cui in molti casi si conosce bene il principio attivo e le sue proprietà farmacologiche. Anche l'agopuntura potrebbe essere tolta da questa categoria. Ciò detto, il clima è stato quello di un' amichevole discussione tra vecchi amici. Anche chi teoricamente avrebbe dovuto essere tra i più ferrei custodi della EBM, come il Dott. A. Cartabellotta, che parlava a nome del GIMBE, ha sostanzialmente affermato che, in fondo, anche tanta medicina tradizionale è senza EBM e dunque mica c'è poi così tanto da scandalizzarsi su queste medicine complementari! Insomma largo alle medicine complementari con "prove di efficacia", no a quelle che non abbiano "prove di efficacia": ovvero della saga dell'ovvio. Insomma un bel clima da pacche sulle spalle e strizzatine d'occhio a suon di "cambiamo gli indicatori.. quelli della medicina tradizionale vanno mica bene per queste discipline...", "se sottoporsi alle medicine complementari fa star bene la gente che poi è felice e non si perdono così giornate di lavoro, ma perchè mai demonizzarle?" e così via. Il tempo tiranno ha impedito al pur bravo giornalista animatore di ADN Kronos di lasciarmi fare una domandina ai relatori: ma se in molti paesi, anche del primo mondo, queste pratiche sono legalmente effettuate anche da non medici, perchè mai tutti i relatori hanno convenuto con la FNOMCeo che debbano essere considerati atti medici? Dove sono le prove che è meglio se le propina un medico in considerazione del rapporto costo e rischio/beneficio dal punto di vista della società? In quei paesi (anche della UE) dove tali medicine sono dispensate da non medici c'è una moria di persone nel fiore degli anni?
Ma chi è l'utilizzatore tipo delle cosiddette medicine complementari? E' giovane, benestante, abita al nord, è istruito e molto informato sui suoi "problemi" di salute. Perchè ha scelto le medicine complementari ? Nell'80% circa dei casi perchè non è contento dell'approccio o dei risultati della medicina tradizionale, quindi non perchè ritenga che le medicine complementari siano migliori!.
Bene, così abbiamo risolto tutti i problemi, la gente è felice di avere finalmente qualcuno che gli dica che si, la sua fatica o paura di vivere è una malattia e che la cura adatta sarà una bella medicina complementare!
In tal modo continuerà l'avanzata della medicalizzazione della vita, propinando una droga potentissima: l'illusione di aver superato il limite che è in tutte le cose umane, compresa la medicina convenzionale, limite cui qualcuno vuole illudersi di poter sfuggire.

Commento di Daniele Zamperini
In un periodo in cui le pratiche "magiche" di guarigione finiscono addirittura nei Tribunali, derise e sbeffeggiate dai media televisivi, ecco che i piu' suggestionabili esponenti politici favoriscono e addirittura finanziano con soldi pubblici queste pratiche.
Certo, si specifica, non sono pratiche mediche. Ma come sarebbe possibile sostenere il contrario?
Non sono pratiche mediche perché non sono sorrette da evidenze scientifiche o sanitarie, tuttavia lanciano al pubblico un ambiguo messaggio di "aumento di benessere" che richiama surrettiziamente un concetto di "miglioramento di salute".
E quale fine di utilità sociale può intravvedersi in questa ambigua commistione?
Ma tutto ciò, in fondo, potrebbe rimanere nell' ambito di una pacifica discussione filosofica se non fosse che ad avallare con il loro patrocinio questi concetti ci si mettono anche le Autorità pubbliche, che concedono mezzi e spazi che potrebbero essere (ma purtroppo spesso non sono) destinati ad iniziative di sicura (e non fantasiosa) utilita' pubblica.
E, magari, senza nessuna intenzione di ravvedimento!"



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