La sindrome metabolica non esiste
Categoria : metabolismo
Data : 27 gennaio 2006
Autore : admin
Intestazione :
La sindrome metabolica come entità nosografica autonoma non è ben definita e forse non esiste né é utile identificarla come tale.
Testo :
Alcuni autori hanno voluto fare chiarezza su vari aspetti della cosidetta "sindrome metabolica", effettuando una revisione della letteratura sullo stato dell'arte. Mentre è certo che più fattori di rischio cardiovascolare tendono ad essere presenti contemporaneamente, la sindrome è stata definita in modo impreciso, mancano dati circa la sua patogenesi (anche se comunemente si ritiene sia legata ad insulinoresistenza) e vi sono considerevoli dubbi sul suo reale valore come marker di rischio cardiovascolare. Insomma mancano informazioni critiche importanti per definirla una "sindrome". Gli autori tra cui spicca il Professor Eleuterio Ferrannini, dell'Università di Pisa, suggeriscono che fino a che non saranno disponibili ulteriori ricerche i medici dovrebbero valutare e trattare i vari fattori di rischio presenti nel paziente, senza preoccuparsi se rientra o meno nei criteri suggeriti dalle linee guida per diagnosticare una sindrome metabolica. Fonte: Diabetologia. 2005;48:1684-1699. and Diabetes Care. 2005.28:2289-2304.
Commento di Renato Rossi La sindrome metabolica è caratterizzata dalla presenza contemporanea di vari fattori di rischio cardiovascolare. Secondo la definizione più accreditata per la diagnosi è necessaria la presenza di almeno 3 dei seguenti criteri: 1- circonferenza addominale > 88 cm per le donne e > 102 cm per gli uomini 2- HDL colesterolo < 40 mg/dL negli uomini e < 50 mg/dL nelle donne 3- trigliceridi a digiuno > 150 mg/dL 4- pressione arteriosa > 130/85 mmHg 5- glicemia a digiuno > 100 mg/dL Nell'autunno del 2005 l'American Heart Association e il National Heart, Lung and Blood Insitute hanno emanato le loro linee guida per il trattamento della sindrome, che risulterebbe associata ad un aumento di circa 2 volte del rischio cardiovascolare e di circa 5 volte quello di sviluppo di diabete. Le linee guida raccomandano una terapia farmacologica specifica per i singoli fattori di rischio presenti nei pazienti con sindrome metabolica e rischio cardiovascolare a 10 anni > 10%. Tuttavia, come si vede dalla pillola qui recensita, sia l'American Diabetes Association sia l'European Association for the Study of Diabetes hanno messo in dubbio e l'esistenza e l'utilità di diagnosticare tale sindrome. Secondo queste due organizzazioni non risulta chiaro quali siano i fattori che comportano un aumento del rischio cardiovascolare e criticano l'ipotesi che la causa possa essere l'insulinoresistenza. In pratica essi consigliano di valutare il rischio cardiovascolare globale e trattare i singoli fattori senza preoccuparsi troppo dell'esistenza o meno della sindrome. A queste osservazioni si può aggiungere che recentemente è stato proposto dalla Internation Diabetes Federation di rivedere due dei criteri diagnostici: la glicemia (> 100 mg/dL) e la circonferenza addominale (> 94 cm negli uomini e 80 cm nelle donne). Se si addottassero questi nuovi criteri probabilmente anche chi scrive sarebbe affetto dalla sindrome, per la serie " è meglio che facciamo diventare tutti ammalati". In attesa che gli esperti si mettano tra loro d'accordo sarà prudente adottare con una certa elasticità criteri diagnostici elaborati da altri e che appaiono francamente troppo drastici in una popolazione a più basso rischio cardiovascolare come quella italiana. Sperando che in futuro non ci dicano: "Scusate, ci eravamo sbagliati, la sindrome metabolica è un'entità che non esiste".
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