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Rivascolarizzazione coronarica nello scompenso cardiaco


Categoria : cardiovascolare
Data : 30 dicembre 2006
Autore : admin

Intestazione :

La rivascolarizzazione coronarica migliora la sopravvivenza nei pazienti con scompenso cardiaco di tipo ischemico ma le evidenze derivano, per ora, solo da studi osservazionali.



Testo :

L'iniziativa nota come APPROACH (Alberta Provincial Project for Outcomes Assessment in Coronary Heart Disease) era nata per registrare i dati di tutti i pazienti sottoposti a cateterismo cardiaco nella provincia canadese di Alberta fin dal 1995.
Questo ha permesso di creare un enorme database dal quale è stato possibile estrapolare le cartelle cliniche di tutti i pazienti affetti da scompenso cardiaco e con documentata coronaropatia. Sono stati esclusi dallo studio i pazienti con coronarie normali e quelli con precedente by-pass. E' stato così possibile paragonare le curve di sopravvivenza dei pazienti scompensati con coronaropatia sottoposti o meno a rivascolarizzazione. Vennero sottoposti a rivascolarizzazione un totale di 2.538 pazienti (età media 68 anni, 31% di sesso femminile) mentre 1.690 (età media 69 anni, 34% di sesso femminile) non lo furono. La mortalità ad un anno fu dell'11,8% nel gruppo sottoposto a rivascolarizzazione e del 21,6% nel gruppo non rivascolarizzato. La curva di sopravvivenza divergeva precocemente tra i due gruppi e continuava a divergere per 7 anni (HR 0,50; IC95% 0,44-0,57).
Gli autori concludono che questo studio conferma quanto raccomandato dalle linee guida che consigliano di rivascolarizzazre i pazienti con scompenso cardiaco e contemporanea coronaropatia.

Fonte:
Tsuyki RT et al. for the APPROACH Investigators. Revascularization in patients with heart failure
CMAJ 2006 Aug 15; 175: 361-365



Commento di Renato Rossi

Lo scompenso cardiaco riconosce varie cause ma le due principali rimangono l'ipertensione arteriosa e la cardiopatia ischemica.
Nello scompenso di tipo ischemico oltre alla terapia medica viene consigliata, se fattibile, la rivascolarizzazione, anche se mancano studi clinici controllati e randomizzati e le evidenze disponibili derivano solo da studi osservazionali.
Anche lo studio recensito in questa pillola è di tipo osservazionale, quindi i due gruppi non erano randomizzati, il che potrebbe aver creato un bias di selezione. Inoltre i dati si fermano al 2000: meno del 50% dei pazienti era trattato con aceinibitori, solo un paziente su tre assumeva betabloccanti e pochi erano quelli in terapia con spironolattone. In altre parole molti dei pazienti trattati con terapia medica non assumevano i farmaci considerati attualmente il gold standard della terapia.
Sono in corso due studi randomizzati, lo STICH ( Surgical Treatment in Ischemic Heart Failure trial) e l'HEART (Heart Failure Revascularization Trial) che paragonando approccio medico e chirurgico dovrebbero portare evidenze più forti di quelle osservazionali. Nel frattempo l'intervento di rivascolarizzazione (by-pass o angioplastica con stent) potrebbe essere riservato ai pazienti scompensati che, dagli studi disponibili, sembrano trarre maggior beneficio dalla procedura: frazione di eiezione molto compromessa, grave angina, esteso interessamento coronarico.



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