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Il ritardo diagnostico nel cancro mammario potrebbe non peggiorare la prognosi


Categoria : oncologia
Data : 06 ottobre 2007
Autore : admin

Intestazione :

Secondo uno studio nel cancro della mammella il ritardo di diagnosi fino a tre anni non peggiorerebbe la prognosi.



Testo :

In questo studio gli autori hanno identificato 40 donne che aveva avuto una diagnosi di cancro mammario invasivo tra il 1995 e il 2005 e nelle quali la diagnosi era stata posta in ritardo (attribuibile al medico) di almeno 3 mesi. I dati raccolti per ogni paziente comprendevano il diametro del tumore, la stadio, il numero di linfonodi ascellari positivi, e la morte da cancro mammario. Il ritardo medio era di 14,2 mesi (range da 3 a 36 mesi); la causa più comune del ritardo era la mancata biopsia di una massa palpabile quando mammografia e/o ecografia risultavano negative. Lo studio non è riuscito a dimostrare nessuna correlazione tra il ritardo diagnostico e il grado del tumore o lo stadio metastatico. Sei pazienti morirono e il decesso era associato con lo stadio III o IV della malattia ma non con la durata del percorso diagnostico.
Gli autori concludono che, contrariamente a quanto si crede, un ritardo diagnostico fino a 36 mesi non sembra peggiorare la prognosi o la sopravvivenza, tuttavia ricordano che il ritardo dovuto al medico è comunque un evento da evitare in quanto influenza in maniera negativa il rapporto con la paziente.


Fonte:

Hardin C, et al. The relationships among clinician delay of diagnosis of breast cancer and tumor size, nodal status, and stage. Am J Surg October 2006;192:506-8.


Commento di Renato Rossi

Le conclusioni di questo lavoro vanno prese con molta prudenza sia per la casistica molto limitata sia per il disegno stesso dello studio. Tuttavia questi dati potrebbero spiegare il risultato di alcuni studi sullo screning mammografico. Per esempio nello studio CNBCSS-2 che aveva randomizzato piu' di 39.000 donne di 50-59 anni, per un periodo medio di 13 anni, ad eseguire annualmente solo l' esame clinico della mammella oppure l' esame clinico associato a mammografia si notò che nel gruppo mammografia il tumore veniva scoperto mediamente 2 anni prima, era piu' piccolo e piu' spesso i linfonodi ascellari erano negativi. Tuttavia questo apparente vantaggio non si traduceva in un aumento della sopravvivenza perche' alla fine dello studio non vi era una riduzione della mortalita' nel gruppo mammografia [1]. La polemica sulla utilità dello screening mammografico è già stata ampiamente trattata in precedenza da questa testata [2,3,4,5,6,7]: se fosse vero che un ritardo diagnostico anche di qualche anno non influisce sulla storia naturale della malattia si spiegherebbe perchè i vari studi sullo screening non sono riusciti a dimostrare una riduzione della mortalità totale.
Ovviamente un ritardo diagnostico legato al medico, come sottolineano gli autori dello studio qui recensito, non è mai augurabile perchè va a minare il delicato rapporto medico/paziente e innesca dinamiche di tipo conflittuale e financo di tipo legale.


Referenze

1.J Natl Canc Inst 2000 sept 20; 92: 1490
2. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2805
3. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2950
4. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2387
5. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=1840
6. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=275
7. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=115
8. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=659



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