Decorso clinico del mieloma asintomaticoCategoria : ematologia Data : 30 marzo 2008 Autore : admin Intestazione : Una ricerca della Mayo Clinic ha permesso di determinare qual è il rischio di progressione del mieloma asintomatico e quali sono i fattori di rischio prognostici da considerare. Testo : Questo studio di tipo osservazionale si riprometteva di determinare quali sono i fattori che determinano la progressione del mieloma asintomatico verso una forma sintomatica. A tal scopo sono state riviste tutte le cartelle cliniche dei pazienti afferenti alla Mayo Clinic tra il 1970 e il 1995 che obbedivano ai criteri stabiliti dall'International Myeloma Working Group per la diagnosi di mieloma asintomatico.
Da non confondere con il mieloma è la MGUS (gammopatia monoclonale di significato indeterminato) che è relativamente frequente dopo i 50 anni e tale frequenza aumenta con l'età ed è più rappresentata negli uomini [1]. Tale condizione ha un rischio di evoluzione verso il mieloma vero e proprio di circa 1-2% all'anno [2]. Nella MGUS la proteina monoclonale nel siero è inferiore a 3 g/dL, nelle urine non deve esserci la proteina monoclonale o solo una modesta quantita' di catene leggere della proteina stessa (Bence Jones < 0,5 g/die) e assenza di lesioni ossee, anemia, ipercalcemia o insufficienza renale legate alla proteina. La quantita' di plasmacellule nel midollo osseo deve essere inferiore al 10%. Il mieloma asintomatico ("smoldering" nella definzione anglosassone) si può ritenere come uno stadio intermedio tra una MGUS e un mieloma con segni clinici. Come suggerisce lo studio recensito in questa pillola, il rischio di progressione del mieloma "smoldering" è più elevato rispetto alla MGUS, soprattutto nei primi 5 anni dalla diagnosi, tuttavia va notato che dopo 15 anni circa un paziente su 4 rimane comunque libero da sintomi. Nella MGUS si raccomanda un follow-up annuale mentre nel mieloma asintomatico si consiglia un approccio "watch and wait" con valutazione clinica ogni 4 mesi e trattamento quando cominciano a comparire i segni di progressione. Si sono ottenuti risultati promettenti con la talidomide in alcuni studi in fase II ma per ora il trattamento non è consigliato al di fuori di specifici trial clinici [3]. Referenze 1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2400 2. Kyle Ra et al. A long term study of prognosis of monoclonal gammapaty of undetermined significance. N Engl J Med 2002 Feb 21; 346:564-569 3. Bladé J, Rosiñol L. Smoldering multiple myeloma and monoclonal gammopathy of undetermined significance. Curr Treat Options Oncol. 2006 May;7:237-45. |